Decade il decreto che sospende in via temporanea le demolizioni delle case abusive in Campania. L’aula della Camera ha approvato con 249 voti favorevoli e 231 contrari le pregiudiziali di costituzionalità presentate dall’Italia dei valori. Governo battuto per 18 voti. Dopo il voto si è scatenata in aula una baruffa tra i deputati dei vari gruppi. La maggioranza ha contestato alla presidenza di turno, tenuta da Rosy Bindi, di aver chiuso la votazione prima che rientrassero tutti i parlamentari alle loro postazioni. «Non accettiamo la prevaricazione di cui lei si è resa responsabile», ha detto il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto rivolgendosi alla Bindi.
«Il diritto di votare è per chi è seduto al suo posto. Ho aspettato 51 secondi per chiudere la votazione e, quindi, non ho commesso alcuna irregolarità», ha detto la vicepresidente di turno della Camera, rispondendo ai rilievi della maggioranza che chiedevano la ripetizione della votazione. Bindi ha quindi sospeso la seduta, annunciando che spetta al presidente della Camera, Gianfranco Fini, decidere se convocare o meno la conferenza dei capigruppo. In ogni caso, ha concluso Bindi, «non spetta alla capigruppo il compito di stabilire o meno la regolarità del voto».
«Grazie a una debacle e alle assenze tra i banchi della maggioranza, il Parlamento ha fermato uno scempio ai danni del paese e degli italiani onesti», ha detto Ermete Realacci (Pd). «Lo stop alle demolizioni delle case abusive in una regione come la Campania», aggiunge realacci, «dove le infiltrazioni della Camorra nel settore dell’edilizia hanno segnato in modo devastante il territorio, suonava in modo ancora più sinistro. Non sono bastati i morti di Ischia, le tragedie come Iarno, a denunciare che l’abusivismo è una piaga di questo paese, che rende fragile il territorio, inquina l’economia sana, alimenta gli appetiti criminali e fa pagare alla collettività prezzi altissimi in termini di vite umane e di costi. Per fortuna- conclude realacci- il Parlamento, nonostante le vibrate proteste della maggioranza, ha fermato questa vergogna».
L’Unità 09.06.10