Via lo sgravio del 55%. Prestigiacomo insorge: la green economy è il futuro. Chi ha in animo di ristrutturare la propria casa per renderla eco-compatibile, magari con una caldaia di ultima generazione o addirittura con pannelli solari sul tetto se abita fuori città, è bene che si sbrighi se vuole usufruire del 55% di detrazioni fiscali: quella norma ormai ha i giorni contati. «Anche l’energia diventa un elemento di pregio di un immobile e il rendimento energetico sarà un indicatore che dovrà essere sempre presente in ogni annuncio di vendita o di locazione», esultava il 27 maggio un ambientalista della prima ora come Edo Ronchi salutando così il varo di una direttiva Europea mirata a centrare l’obiettivo sul cambiamento climatico usando il 20% in meno di energia. «Circa il 30% dell’energia consumata in Italia – spiegava Ronchi – è assorbita dagli edifici e a questi consumi è riconducibile il 28% delle emissioni nazionali di CO2».
Peccato che in capo a una settimana, gli ambientalisti del Pd Stella Bianchi e Fabrizio Vigni, spulciando la manovra, hanno notato che la detrazione fiscale del 55% non è stata rifinanziata e se il governo non provvederà con la legge di stabilità in autunno, l’agevolazione introdotta con la manovra 2007 scadrà il 31 dicembre 2010. Una bella grana per Tremonti, costretto a fare i conti in questo caso con la collega dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo: «Condivido le ragioni e la portata della manovra», è la sua reazione, ma «credo che tutto ciò che punta all’efficienza energetica e allo sviluppo delle fonti rinnovabili vada incentivato e supportato. Perché come ha sottolineato recentemente lo stesso Ministro Tremonti, la green economy sarà il motore dello sviluppo globale del futuro». Conclusione della ministra, «promuovere, seppure in una fase di difficile congiuntura, l’economia del futuro è una scelta obbligata».
E il Pd ci mette il carico da novanta: «Bel capolavoro!», attacca Vigni. «Con questa manovra, da una parte si spalancano le porte al condono edilizio, dall’altra si colpiscono al cuore le politiche per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili». E se quelle per l’efficienza energetica soffriranno dalla mancata proroga degli incentivi fiscali, quelle per le energie rinnovabili subiscono un «colpo di mannaia», stando a quel che dice il responsabile economico del Pd, Boccia. «L’articolo 45 – spiega la Bianchi – elimina ogni certezza per le aziende che producono energia da fonti rinnovabili sul prezzo finale di vendita, togliendo l’obbligo per lo stato di ritirare i cosiddetti “certificati verdi” in eccesso: il che può comportare la non sostenibilità dei piani di investimento su energie alternative. Con ricadute pesanti sull’occupazione e sugli obblighi dell’Italia con l’Ue a produrre con fonti rinnovabili il 17% dell’energia consumata».
La misura sugli “edifici intelligenti” dal 2007 in poi ha messo in moto un giro di affari notevole, riportato in una tabella dell’Enea. Il primo anno sono stati realizzati 106 mila interventi, più che raddoppiati a 248 mila nel 2008 e scesi a 236 mila nel 2009. E nella classifica delle regioni più virtuose, il Piemonte risulta terzo dopo Lombardia e Veneto, seguito dall’Emilia Romagna e quindi da Toscana, Lazio e Friuli.
Certo è pur vero che se il governo in tempi di crisi non ha ancora rifinanziato questa misura ha le sue buone ragioni: che si traducono nelle cifre contenute in una relazione dell’Agenzia delle Entrate sul beneficio della detrazione dalle imposte sui redditi (Irpef o Ires) del 55 per cento delle spese sostenute. Detrazione possibile fino a un limite massimo che varia dai 100 mila euro «per la riqualificazione energetica di edifici esistenti» ai 30 mila euro «per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale». Ebbene, solo considerando i «lavori pluriennali» e cioè quei 27.559 interventi che incidono «in più periodi di imposta», si vede che sono state sostenute spese per oltre 309 milioni di euro per rifare infissi, pareti e finestre. «Ma con questa misura – obietta la Bianchi – lo Stato incoraggia la ristrutturazione degli edifici a fini ambientali. E in molti casi si tratta di lavori, come i pannelli solari o la sostituzione di impianti di riscaldamento, che senza la detrazione fiscale non verrebbero fatti e quindi è un volano per l’economia che porta a un gettito conseguente per l’erario». Un volano che la Confindustria vorrebbe portare oltreconfine, visto che la Marcegaglia, dalla Fiera di Shangai dove è in missione insieme al governo, dice che «l’Italia deve aumentare significativamente» la sua presenza in Cina, puntando anche sulla filiera legata alla green economy, all’efficienza e al risparmio energetico. Tradotto, il futuro si gioca su questo terreno.
La Stampa 03.06.10