Il 17 giugno per mezzo milione di ragazzini test di italiano e matematica. Esame-rebus per oltre mezzo milione di studenti della scuola media e prove Invalsi sotto accusa. Fra tre settimane, 575 mila ragazzi di terza media saranno chiamati ad affrontare la loro ultima fatica. Quest´anno, entrano in vigore alcune novità e la prova Invalsi è quella che fa più paura. Introdotta nel 2008 dall´allora ministro Giuseppe Fioroni per delineare un quadro globale del livello di preparazione degli alunni, quest´anno per la prima volta farà media all´esame di Stato. Ma il quizzone non lascia per niente tranquilli mamme e papà. Quelli somministrati, dal 6 al 13 maggio scorsi, agli alunni di seconda e quinta elementare e ai ragazzini di prima media, hanno fatto andare su tutte le furie maestre e genitori. E in alcune scuole di Roma le prove sono state addirittura boicottate. Motivo? I contenuti del test considerati, da molti, “obsoleti” o peggio “mal congegnati”. Per esempio. Nel fascicolo per i piccoli della quinta elementare, tra i quesiti di ortografia figurava un quadrifoglio, ma con cinque foglie: un «quintifoglio», hanno scritto alcuni bambini. «Perché dovrei considerarlo un errore?», si chiede un´insegnante. Mentre il brano di comprensione del testo si intitolava «L´Useliera», che narra le bellezze della Valsugana, in Trentino. Un pezzo, secondo alcuni genitori, non adatto ad una prova a livello nazionale. «Dov´è la Valsugana?», si sono chiesti in molti.
E via un fiume di critiche che inonda blog e siti dedicati alla scuola. Anche la Uil critica le prove Invalsi. «Una macchina organizzativa complicatissima, migliaia di fotocopie, schede da riempire, pacchi, plichi, buste e almeno 40 pagine da organizzare e compilare per il lavoro di raccolta dati, di dubbia utilità e con la richiesta di informazioni non direttamente connesse allo svolgimento delle prove», spiega Massimo Di Menna.
E la valanga di polemiche aumenta con l´avvicinarsi della prova, prevista il 17 giugno. Quanto peserà il quizzone sul risultato finale dell´esame di Stato? La normativa parla di media che, senza altre specificazioni, si intende aritmetica. Il punteggio finale, è infatti la novità di quest´anno, scaturirà dalla media dei punteggi conseguiti dai ragazzini nelle tre/quattro prove scritte (Italiano, Matematica, Inglese ed, eventualmente, anche seconda lingua straniera), nel colloquio, all´ammissione e, appunto alle prove Invalsi. Il 17 giugno, durante le prove nazionali di Italiano e Matematica, i prof dovranno stare con gli occhi bene aperti. «Poiché tale prova concorre alla valutazione complessiva dell´allievo (…) – scrive il direttore generale, Mario Dutto, nella circolare sulla valutazione finale – è evidente la responsabilità delle scuole» che «sono chiamate a far sì che lo svolgimento della prova stessa avvenga correttamente» evitando «comportamenti opportunistici». Insomma: niente aiutini da parte degli insegnanti ai ragazzini meno attrezzati e niente collaborazione tra gli alunni durante le prove. I prof dovranno rigare dritto. «Valutazioni superficiali o meramente notarili – – possono nascondere apprendimenti approssimativi o addirittura posticci». Un tono che alla Flc Cgil non è piaciuto per nulla. “Contesteremo nelle sedi opportune questo atteggiamento”, replicano.
La Repubblica 29.05.10
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“Neppure i paesi anglosassoni li usano più”, di S.I.
Parla Manuela Massa del Coordinamento genitori democratici: sono assolutamente inutili.
Uno studente in età evolutiva non può essere valutato con test a risposta multipla.
«Inutili e per niente in grado di valutare le reali conoscenze, competenze e abilità degli alunni». In questo modo Manuela Massa, del Coordinamento genitori democratici della Liguria e mamma di un ragazzino che si appresta a fare gli esami di terza media, bolla i test ministeriali.
Che ne pensa dei test Invalsi, somministrati ai bambini dell´elementare e ai ragazzini della media?
«Mi sembrano assolutamente inutili e non è il mio parere personale».
Perché?
«Non è con un test a risposta multipla che si può valutare un ragazzino in età evolutiva».
Non bisognerebbe quindi fare test nazionali?
«Come associazione non siamo contrari a misurare i risultati delle singole scuole, ma non con questa modalità».
E con quale?
«Con una metodologia in grado di mettere in luce tutti gli aspetti dell´attività educativa: con questi test si perdono tante informazioni utili. Per questo i paesi anglosassoni li stanno abbandonando».
E per i bambini della scuola elementare?
«Stesso discorso: i bambini dell´elementare non svolgono mai test a risposta multipla. La valutazione è una cosa molto più complessa».
Quanto peserà il test Invalsi per suo figlio?
«Non l´ho ancora capito: a me hanno detto il 20 per cento, che è tanto».
La Repubblica 29.0.10
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