Leggiamo, da ieri, intemerate moralistiche contro Bersani che ha usato un’espressione “colorita” per esprimere la sua irritazione nei confronti del Ministro Gelmini, che non perde occasione per fare danni alla scuola pubblica del paese.
Forse il segretario del PD poteva usare un tono più anglosassone, ma non mi sembra il caso di fare tragedie perbeniste, che perdono di vista la sostanza di una politica gelminiana devastante, che ammazza tutte le innovazioni registrate negli ultimi 30 anni nella scuola pubblica italiana.
Ultima, in ordine di tempo ma non di importanza, è la solidarietà di MariaStella nei confronti del direttore regionale del Miur dell’Emilia Romagna , che con una nota riservata inviata agli operatori scolastici della regione intende esplicitamente mettere il bavaglio agli insegnanti che parlano con la stampa o dissentono dalle linee del governo. Tale direttore generale dell’USR Emilia-Romagna si è evidentemente sentito a suo agio nello sposare la linea liberticida del governo in materia di intercettazioni e di bavaglio alla stampa. Prontamente , infatti, la ministra Gelmini ha emesso un comunicato di condivisione e sostegno pieno all’operato del direttore Limina, che ha invitato tutto il personale della scuola a osservare un comportamento istituzionale (sic!). Bontà sua, il Ministro ritiene lecita qualsiasi opinione purché venga espressa nei luoghi deputati al confronto e al dibattito (quali ? ; luoghi “interni”, affinchè i panni sporchi si lavino in famiglia?) . Quello che non è consentito, sempre secondo il Ministro, è usare il mondo della scuola per fini di propaganda politica : “”chi desidera fare politica si candidi alle elezioni e non strumentalizzi le istituzioni””.
Niente male, capo! La scuola pubblica italiana sta vivendo uno dei momenti peggiori della sua esistenza (tagli selvaggi, bilanci azzerati, colpi frequenti alle innovazioni, strage del tempo pieno, …) e l’unica preoccupazione del Ministro e di qualche direttore generale regionale è quella di evitare che l’opinione pubblica sia correttamente informata da chi vive sulla propria pelle una situazione non più sostenibile.
Il direttore Limina si spinge ad intimorire i dipendenti con citazioni di articoli di legge assolutamente incongruenti tanto per fare confusione. Parte il nostro con il ricordare il “codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni” , confondendo , palesemente, il diritto inalienabile di critica alle decisioni del MIUR con presunte dichiarazioni pubbliche che vadano a detrimento dell’immagine dell’Amministrazione. Se proprio ci tiene all’immagine, l’Amministrazione operi attivamente per migliorare la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento. Il Limina-pensiero ci dice , inoltre, che il dipendente deve conformare la sua condotta al dovere costituzionale di servire esclusivamente la nazione. Perfetto! Ma come si serve la nazione? Con una generale omertà sull’operato dell’Amministrazione (che più di tutti ha il dovere di servire la nazione!) o con una diffusione delle proposte che siano in grado di invertire la rotta del disastro , nel quale versa la scuola ?
Nella nota riservata del direttore non poteva mancare la perla finale della minaccia esplicita ai dipendenti “non allineati” : l’art. 494 del D.Lvo 297/94 sancisce la possibilità di comminare sanzioni disciplinari per atti non conformi alla responsabilità, ai doveri e alla correttezza inerenti alla funzione. E, affinchè tutto resti “in famiglia” , i dirigenti degli uffici scolastici provinciali dell’Emilia-Romagna dovranno attivare una casella funzionale e-mail, tramite la quale potranno essere indirizzate richieste, pareri, proposte, appelli da parte del personale scolastico e delle famiglie.
Che dire? Nella forma, si tratta di una circolare simile alle grida manzoniane di improbabile spessore giuridico. Nella sostanza la nota in questione non raggiungerà l’effetto voluto. Tra l’altro, il direttore in questione ignora il grado di consapevolezza di gran parte degli operatori scolastici sui propri diritti-doveri.
Non viene in mente al direttore e al suo ministro che esiste ancora la Costituzione della Repubblica e che la nota-riservata entra in rotta diretta ed immediata di collisione con una serie di articoli della nostra Carta. Hanno mai approfondito i nostri il contenuto dell’art. 2 (“la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”) o dell’art. 13 (“la libertà individuale è inviolabile”) o dell’art. 21 (“tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”).
Credo che tocchi, ora, ai dirigenti scolastici, agli insegnanti, a tutti gli operatori della scuola, alle organizzazioni sindacali ed agli stessi genitori degli alunni di preparare una formidabile manifestazione di difesa della propria dignità di lavoratori liberi.
Da ScuolaOggi 24.05.10