Le esternazioni “negazioniste” sulla dislessia e i DSA (disturbi specifici di apprendimento), tornano alla ribalta ogni qualvolta la legge nazionale in discussione faccia un piccolo passo in avanti. Solitamente sono espresse sui media da “gente comune” che riprende con toni da crociata le note campagne denigratorie contro la psichiatria ed in particolare contro l’ADHD mettendo nel calderone, senza alcun distinguo, anche i DSA.
Stupisce però vedere scritte le stesse identiche affermazioni (pubblicate da un quotidiano a fine aprile) a firma del Prof. Giorgio Israel, consulente del Ministero dell’Istruzione, ma si sa non è il titolo né l’occupazione a garantire la qualità.
Come genitori di bambini dislessici, disgrafici, disortografici e discalculici, in pieno accordo con le precisazioni espresse dal Prof. Giacomo Stella fondatore dell’Associazione Italiana Dislessia (pubblicate dallo stesso quotidiano ma stranamente con immediato diritto di replica concesso al Prof. Israel), ribadiamo che i nostri figli non sono malati né tantomeno anormali o “handicappati”. Sono ragazzi intelligenti che hanno semplicemente modalità di apprendimento che, non passando attraverso i classici automatismi, necessitano di metodologie didattiche personalizzate.
Ma al di là di tante parole, vorremo solo suggerire, a chi si lascia incantare dalle ben architettate congetture “negativiste”, di seguire attentamente anche solo per qualche giorno nei compiti per casa uno dei nostri figli. Toccherete con mano le loro reali difficoltà, vedrete la loro estraneità a cose assolutamente ovvie, percepirete direttamente la loro incredibile fatica a fare azioni anche banali come scrivere o leggere due parole o fare un semplice calcolo a mente. Capirete quanto pesante è il carico emotivo sulle loro piccole spalle e quanto impegno è richiesto alla famiglia per seguire le attività scolastiche. E soprattutto vi stupirete nello scoprire quanto sono intelligenti, geniali e creativi.
Qualcuno avrà il coraggio di dire che fanno apposta, che è tutto un bluff? Dopo un’esperienza diretta, fianco a fianco, non crediamo proprio. Vi accorgerete anche che con la comprensione delle loro difficoltà e con l’aiuto di strumenti didattici adeguati sono bambini in grado di seguire il percorso di apprendimento come i loro compagni, o anche meglio.
Forse allora capirete che il problema non è essere diversi. Il problema è essere capiti e rispettati nella propria diversità. Possibile che sia così difficile da comprendere?
Lettera delle Associazioni al Ministro Gelmini sull’intervento del prof Israel
Firmano la presente lettera 400 genitori (ove non diversamente specificato).
400 firme raccolte al 20/5/10.
Per firmare e per visionare le firme: http://www.facebook.com/topic.php?topic=17618&uid=456803020023&ref=mf