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E anche il Bersani scivola nel turpiloquio

Insegnanti «figura eroica», mentre la Gelmini «gli rompe i coglioni». Non è uno slogan di una delle tante proteste contro la politica del governo sulla scuola, ma quanto detto dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani dal palco dell’assemblea del partito, presentando l’impegno dei democratici per l’istruzione. Una frase secca, un attacco pesante alla titolare di Viale Trastevere che ha ricevuto le dure accuse di «trivialità e bullismo» da parte di esponenti del Pdl. Ma che, secondo Giovanni Bachelet del Pd, ha avuto anche l’appoggio di numerosi «entusiastici» sms. «Io sono per fare uscire da questa assemblea – ha detto Bersani dalla Fiera di Roma – una figura eroica, i veri eroi moderni, gli insegnanti che inseguono il disagio sociale in periferia, lottano contro la dispersione, mentre la Gelmini gli rompe i coglioni». Pronta la replica della maggioranza: «Qualcuno spieghi a Bersani – ha detto il vice capogruppo del Pdl alla Camera, Italo Bocchino – che lo scontro politico non esime dall’essere educati, soprattutto quando si critica un ministro donna come la Gelmini. Il nostro ministro dell’istruzione non ‘rompè, ma cerca di riparare il disastro che dal ’68 a oggi la sinistra ha procurato alla scuola italiana, facendone uno stipendificio e mortificando il merito e la qualità. Auspichiamo che Bersani chieda scusa alla Gelmini per il tono usato». «Bersani – ha ribadito Giorgio Stracquadanio (Pdl) – quando parla di scuola, sembra Crozza nella parte del bue che dice ai somari: ‘cornuti!’ e tutti i somari applaudono. Perchè ci vuole la faccia tosta di un comico per raccontare la barzelletta che la scuola sarebbe al degrado per colpa della Gelmini. Il bue e gli asini non si ricordano dei danni che hanno fatto alla scuola e all’università italiana dal ’68 fino a poco tempo fa, con i loro ‘no alla selezione ‘, ‘6 politicò, ‘esami di gruppò e tutte le altre fregnacce sul ‘diritto allo studiò che voleva dire diritto ad un pezzo di carta inservibile. E tanto per restare sui comici direbbe Totò: ‘ma mi faccia il piacere!’ ». Mentre di d’insensata trivialità ha parlato Isabella Bertolini (Pdl), e secondo la Giovane Italia «al leader del Pd andrebbe un bel 5 in condotta per bullismo». Controreplica affidata a Giovanni Bachelet (Pd): «Il numero di entusiastici messaggini spediti da amici e parenti insegnanti subito dopo le parole di Bersani sulla scuola suggerisce che la scelta di definirli eroi del nostro tempo, malgrado l’espressione birichina che sintetizzava il più volte dichiarato disprezzo del ministro verso il loro lavoro considerato un ammortizzatore sociale, rallegra molte persone per bene. Il ministro che nel 2008 aveva promesso di intervenire sulla scuola con il cacciavite sta invece usando la dinamite». (Fonte Ansa)
Il Corriere della Sera 22.05.10

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