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«Povera Gelmini con questi consiglieri!», di Osvaldo Roman

Ma questo Giorgio Israel, prezioso consigliere della Gelmini nonché sessantottino pentito, lo fa o lo è veramente? Prendiamo due delle principali considerazioni che svolge nel suo articolo sul Giornale.it del 20 maggio.
La prima riguarda l’insegnamento dell’inglese nella scuola primaria dice il nostro scienziato:
“Parliamo tanto, a vanvera, di educare bambini che sappiano perfettamente l’esperanto dei nostri giorni, l’inglese, ma l’insegnamento di questa lingua inizia in modo carente e poco intensivo soltanto dalle elementari. Non sarebbe sensato che fin dalle scuole materne i bambini sentano parlare, ovviamente in termini semplici e giocosi, anche in inglese?
Invece no. Ritardiamo i processi di apprendimento in nome dell’idea che i bambini non vanno tormentati e oppressi, quando chiunque sa che un bambino è tanto più nervoso, annoiato, distratto e mentalmente labile quanto più non viene impegnato in svariate attività.”

Ma lo sa il prof-consigliere che il suo ministro sta tagliando oltre 11.000 posti di insegnamento svolti da specialisti per assegnare tali compiti a docenti che non hanno avuto alcuna preparazione specifica?
Le sue accurate letture pedagogiche lo portano a considerare possibile che con 150 ore di aggiornamento, in parte a distanza, un docente che non ha mai spiccicato una parola in tale lingua possa insegnare nelle scuole primarie e addirittura in quelle dell’infanzia.
La seconda perla riguarda il suo capolavoro e cioè lo schema di regolamento per la formazione iniziale dei docenti.
Rivendica il “saggio ministeriale”la necessità, prevista nello schema, e oggetto di critiche perfino da parte del relatore di maggioranza, che il docente di scuola primaria debba avere la stessa identica formazione universitaria di quello della scuola dell’infanzia. Ci sono nell’articolo poche ragioni di carattere psicologico, e didattico, nel sostenere tale pretesa, ma soprattutto molte di carattere economicistico. Ma del resto costoro non stanno procedendo al massacro della pubblica istruzione all’insegna del seguente principio educativo-pedagogico-culturale-didattico: aumenti di un punto il rapporto studenti/docenti e ricaviamone 8 miliardi tanto per cominciare.

da Retescuole 21.05.10

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