La maggioranza, sconfitta pochi giorni fa alla Camera, ripresenta al Senato la stessa norma che impedisce la libera scelta del lavoratore di ricorrere all’arbitrato. Bel modo di festeggiare i 40 anni dello Statuto dei lavoratori
Con estrema arroganza il governo e la maggioranza sono riusciti nel loro intento di far rientrare dalla finestra la norma che garantiva al lavoratore la libera scelta del ricorso all’arbitrato. Sconfitti alla Camera pochi giorni fa, la maggioranza ha voluto festeggiare il 40simo anniversario dello Statuto dei lavoratori ripristinando norme bocciate dal Parlamento e dalle indicazioni del Capo di Stato.
“Al Senato è avvenuto un fatto molto grave. Si è capito, al di là di ogni ragionevole dubbio, come questo governo intenda celebrare il 40esimo anniversario dello Statuto dei lavoratori”. Lo ha dichiara Pier Luigi Bersani, segretario nazionale del Partito Democratico. “Governo e maggioranza – ha continuato il leader democratico – hanno ripristinato le norme che l’opposizione era riuscita a cancellare alla Camera, negando sostanzialmente la libera scelta del lavoratore nel ricorso all’arbitrato e contravvenendo nella sostanza all’indicazione del capo dello Stato”. “Si tratta – conclude Bersani – di un atto incredibile arroganza”.
Dello stesso parere anche Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro a Montecitorio, che replicando alle dichiarazioni di Maurizio Castro, relatore in commissione Lavoro del Pdl al Senato, ha dichiarato: “è molto grave che la maggioranza abbia preannunciato al Senato di voler modificare l’attuale testo del collegato lavoro nella parte cambiata alla Camera”.
“Le innovazioni introdotte alla Camera con un emendamento del Pd di cui sono primo firmatario – ha affermato Damiano – riconsegnano ai lavoratori la libertà di scelta tra ricorso all’arbitrato o alla magistratura ordinaria. È davvero grave che il governo non abbia tenuto conto, ancora una volta, di un atto parlamentare che ha contribuito a far fare un passo avanti ad una discussione molto controversa. Si tratta di uno strappo inaccettabile, un atto di arroganza che mina i diritti fondamentali dei lavoratori e palesemente in contrasto con i rilievi del capo dello Stato”.
“Il testo del ddl sul lavoro approvato alla Camera già recepiva solo parzialmente le indicazioni del Capo dello Stato. Con questo ulteriore giro si vuole peggiorare ulteriormente quanto si era ottenuto. E’ questo un fatto politicamente molto grave”. Lo ha dichiara Tiziano Treu, senatore del Pd, commentando la notizia dell’emendamento presentato al Senato dal relatore del ddl lavoro.
A.Dra
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