Nessuna ideologia. Il no del Pd sul ritorno al nucleare ha motivazioni ben radicate nelle coscienze delle persone e su dati scientifici che l’approssimazione del governo continua a trascurare. La risposta di Bersani alla lettera degli scienziati. Non si è fatta attendere la risposta di Pier Luigi Bersani alla richiesta da parte di Umberto Veronesi, Margherita Hack e altri scienziati ed intelletuali circa la posizione di chiusura del Pd sul ritorno al nucleare. Una risposta politica che ha voluto ribadire come il Pd non sia un partito che si oppone al miglioramento tecnologico e scientifico, né tanto meno, sia legato ad ideali utopici e approssimativi circa lo sviluppo e il buon utilizzo delle risorse energetiche.
Per il segretario Bersani “il nostro no alla proposta del governo sul nucleare non ha assolutamente niente di ideologico. E’ un appello amichevole, ma noi contestiamo le velleità di un piano che non si occupa di alcuni argomenti centrali come la dipendenza tecnologica, le condizioni di sicurezza, la gestione degli esiti del vecchio nucleare, il decomissioning, le scorie, che mette le procedure di delocalizzazione su un binario complicato e assolutamente incerto e non affronta in maniera adeguata il problema dei costi”.
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Questo il testo della lettera che alcuni scienziati e professionisti con in testa Umberto Veronesi e Margherita Hack, hanno inviato al segretario Bersani per chiedergli una maggiore apertura alla questione nucleare visto dal punto di vista tecnologico e scientifico.
“I dati ti sono chiari: importiamo piuÌ dell’80 per cento dell’energia primaria di cui abbiamo bisogno, principalmente, da Paesi geopoliticamente problematici. Produciamo l’energia elettrica per il 70 per cento con combustibili fossili. Circa il 15 la importiamo dall’estero e prevalentemente di origine nucleare. Se non la importassimo la nostra dipendenza dai combustibili fossili (gas e carbone in primo luogo) salirebbe oltre l’80 per cento. Con le rinnovabili, se escludiamo l’idroelettrico, patrimonio storico del nostro Paese, ma praticamente non aumentabile, produciamo circa il 6 per cento. L’energia solare per la quale sono stati investiti fino a ora circa 4 miliardi, ben ripagati dai generosi incentivi concessi fino a oggi dal sistema elettrico italiano, contribuisce al nostro fabbisogno elettrico per lo 0,2 per cento.
EÌ incomprensibile, invece, la sbrigativitaÌ e il pressapochismo con cui, spesso, da parte di esponenti del Pd, vengono affrontati temi che meriterebbero una discussione informata e con dati di fatto. Abbiamo nel Paese sentito parlare di “masserie fosforescenti” e altre falsitaÌ di questo genere, che cozzano contro il buon senso e ogni spirito di razionale e serio approccio al problema. Basterebbe attraversare il confine e visitare centrali nucleari francesi vicine ai castelli della Loira o quelle nelle vallate svizzere per capire l’enormitaÌ di tali affermazioni. O ancora per quel che riguarda i costi del programma nucleare: incomprensibile senza una discussione completa su tutti i dati di riferimento (costi di generazione del KWh, costo del combustibile, durata di vita delle centrali eccetera) e senza confronti con i costi delle alternative in caso di rinuncia al programma nucleare. Per non dire del tema della sicurezza che punta a sottacere il track record di sicurezza degli impianti nucleari che non ha paragoni con quello di ogni altra filiera energetica.
Caro Segretario, occorre evitare il rischio che nel Pd prenda piede uno spirito antiscientifico, un atteggiamento elitario e snobistico che isolerebbe l’Italia, non solo in questo campo, dalle frontiere dell’innovazione. Ampi settori di intellettualitaÌ tecnica e scientifica, che un tempo guardavano al centrosinistra come alla parte piuÌ aperta e moderna dell’Italia, non ci capiscono piuÌ e guardano altrove. Noi ti chiediamo di prendere atto che il nucleare non eÌ neì di sinistra, neì di destra e che, anzi, al mondo molti leader di governi di sinistra e progressisti puntano su di esso per sviluppare un sistema economico e modelli di vita e di societaÌ eco-compatibili: Brasile con Lula, Usa con Obama, Giappone con Hatoyama, Gran Bretagna con Brown. Noi ti chiediamo di garantire che le sedi nazionali e locali del Pd, gli organi di stampa, le sedi di riflessione esterna consentano un confronto aperto e pragmatico. Riterremmo innaturale e incomprensibile ogni chiusura preventiva su un tema che riguarda scelte strategiche di politica energetica, innovazione tecnologica e sviluppo industriale cosiÌ critiche e con impatto di cosiÌ lungo termine per il nostro Paese”.
Firmato da:
Sen. Umberto Veronesi direttore scientifico Istituto Europeo di Oncologia
Margherita Hack astrofisica
Giorgio Salvini presidente onorario Accademia Lincei
Carlo Bernardini professore emerito di Fisica Università di Roma Direttore di “Sapere”
Enrico Bellone ordinario di Storia della Scienza
Edoardo Boncinelli professore di Biologia e Genetica
Gilberto Corbellini docente di Storia della medicina Università di Roma
Marco Ricotti professore Politecnico di Milano
Ernesto Pedrocchi professore Politecnico di Milano
Roberto Vacca scienziato e scrittore
Franco Debenedetti economista
Emilio Sassoni Corsi presidente Unione Astrofili Italiani
Marco Carrai ad Firenze Parcheggi
Luigi de Paolis professore Università Bocconi
Chicco Testa imprenditore
Umberto Minopoli manager
On. Erminio Quartiani
On. Francesco Tempestini
Sen. Enrico Morando
Sen. Tiziano Treu
Sen. Pietro Ichino
Sen. Andrea Margheri
Amedeo Lepore professore Università di Napoli
Carlo Pedata professore
Mario Bianchi professore
Riccardo Casale professore
Marino Mazzini professore Università di Pisa
Bruno Neri professore Università di Pisa
Giovanni Forasassi Professore Università di Pisa
Giorgio Turchetti docente Università Bologna presidente Centro A. Volta
Carlo Artioli ingegnere nucleare Enea
docente Master Nucleare Bologna
Sandro Paci Università di Pisa docente di Impianti Nucleari
Davide Giusti ingegnere nucleare Enea
Ettore Lomaglio Silvestri professore
Domiziano Mostacci ingegnere nucleare docente Università di Bologna
Roberta Musolesi insegnante
Guido Fano fisico docente Università di Bologna
Giorgio Giacomelli fisico docente Università di Bologna
Vincenzo Molinari professore emerito di Fisica Università di Bologna
Marco Valenzi ricercatore
Paolo Mautino
Francesco Romano ingegnere
Aldo Amoretti sindacalista e consigliere Cnel
Fabrizio Rondolino giornalista
Maria Giovanna Poli giornalista
Myrta Merlino giornalista
Gianfranco Bangone direttore di “Darwin”
Anna Meldolesi giornalista scientifica
Vincenzo Rosselli imprenditore
Angelo Tromboni imprenditore
Antonio Napoli imprenditore
Maria Luisa Mello imprenditore e fisico
Giuseppe Gherardi ingegnere nucleare Enea
Francesco Pizzio ingegnere nucleare
Silvia De Grandis ingegnere nucleare e imprenditrice
Giuseppe Bolla ingegnere
Giulio Bettanini ingegnere elettrotecnico
Andrea Gemignani presidente Confindustria Livorno
Herman Zampariolo presidente Vona Energy
Giulio Valli dirigente Enea – Galileo 2001
Adolfo Spaziani direttore generale Federutility
Giovanni Bignami astrofisico
Massimo Locicero economista
Paolo Saracco fisico
Mauro Giannini direttore Dipartimento di Fisica Università di Genova
Fabrizio Candoni manager
Anna Ascani manager
Francesco Semino manager
Raffaella Di Sipio manager
Pietro Costantino manager
Silvio Simi manager
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