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La scuola della Gelmini: tagli e licenziamenti per tutti, valore al merito e programmi di studio per nessuno

Rinviato all’anno accademico 2011/2012 il punteggio per i meritevoli per l’accesso alle università. Pd: Non si conoscono i programmi delle scuole superiori, noti solo i tagli e licenziamenti di massa. Franceschini accusa: “Tagliano il 2% dei fondi quest’anno e 1 miliardo nel 2011”. La pagella alla Gelmini…bocciata. Gli studenti italiani che fra poche settimane affronteranno l’esame di maturità – un esame reso più rigoroso e severo dalle commissioni a prevalenza di componenti esterni e dall’obbligo di recuperare i debiti scolastici degli anni precedenti e dell’anno in corso – nemmeno in caso di eccellenza avranno un riconoscimento dell’esito del loro esame per accedere alle facoltà universitarie a numero chiuso. Ancora una volta, infatti, il Ministro Gelmini disconosce l’impegno degli studenti della scuola superiore, cancellando i 25 punti massimi che i Ministri Fioroni e Mussi avevano stabilito per gli studenti meritevoli. Tali punti, frutto della valutazione dell’esame di maturità e del rendimento degli ultimi 3 anni di scuola, si sarebbero dovuti aggiungere a quelli ottenuti nelle prove valutative di ingresso all’università. Il Ministro Gelmini, però, li ha prima ridotti da 25 a 10, alterando in modo grave il peso delle due valutazioni, poi li ha rinviati di anno in anno, non facendoli mai entrare in vigore: un primo slittamento nel 2008 con il DL 97 e ora il rinvio all’anno accademico 2011/2012 con il decreto “mille proroghe”.

E la Gelmini è bocciata dal Pd, come spiega la Senatrice Mariangela Bastico: “Il Ministro, in modo ingiusto ed inopportuno, affida completamente all’università, attraverso il test d’ingresso, dai contenuti a volte piuttosto discutibili, la selezione degli studenti, siamo contrari a questa scelta e ne evidenziamo i gravi elementi di contraddittorietà, conclude la Senatrice, rispetto alla più volte declamata volontà ministeriale di valorizzare il merito!
Riguardo i programmi scolastici, il contenuto degli stessi resta tutt’ora un mistero per professori e studenti; ne fa oggetto di un’audizione urgente al Ministro dell’Istruzione, il Capogruppo del Pd Antonio Rusconi in Commissione Istruzione a Palazzo Madama, che in una nota dichiara: “Venga il Ministro in Commissione a dire quando, finalmente, il mondo della scuola e le famiglie conosceranno i programmi del prossimo anno a orari ridotti e con i libri di testo già scelti”. “Venga – continua Rusconi – a spiegarci come mai il mondo produttivo ci chiede una maggior conoscenza della lingue straniere e i gruppi di studio del suo ministero suggeriscono invece i dialetti; indubbiamente c’è grande interesse per la cultura dialettale ma i test universitari ci dicono che gli studenti italiani conoscono in modo sommario la stessa grammatica italiana e, soprattutto, fanno un uso un po’ infelice del modo congiuntivo. Forse non ha chiaro Gelmini come si svolgono i colloqui di lavoro nei mercati internazionali?”.
Non ci stancheremo mai di parlare ancora di tagli alla scuola, effettuati da questo Governo, perché le notizie sono sempre più allarmanti e peggiorano di mese in mese. Ricordiamo che nonostante nell’anno scolastico 2009-2010 vi sia stato un incremento degli studenti di 37mila unità, il Governo ha licenziato più di 42 mila docenti, oltre 15mila personale Ata, per non parlare del personale precario, i quali con l’approvazione del DDL Lavoro da parte della Camera sono i più colpiti dal collegato. Si tratta di una scelta sbagliata e di corto respiro che sta facendo male alla qualità del sistema scolastico italiano.
Per questo le deputate democratiche componenti della Commissione Cultura della Camera, Maria Coscia e Manuela Ghizzoni hanno presentato un’interpellanza urgente in cui si chiede al Ministro Gelmini di cambiare, alla luce dei danni gravissimi che essi stanno producendo sul funzionamento quotidiano e sulla qualità della scuola pubblica del nostro Paese. “Inoltre – spiegano le deputate – questi licenziamenti sono solo la prima tranche della riduzione di oltre 132 mila unità che il Governo ha previsto per il triennio 2009-2011”. “Resta da chiarire poi – conclude Manuela Ghizzoni – il mistero dei 20 milioni di euro annunciati per finanziare i progetti di integrazione e di insegnamento della lingua italiana per gli stranieri? Anche su questo tema presenteremo una interrogazione parlamentare: perché affrontare il problema degli stranieri nelle scuole senza mettere neanche un euro è pura demagogia. E che fine fa il Fondo per il finanziamento ordinario delle Universita’, già decurtato di circa 300 milioni di euro nel 2009 subirà nei fatti un’ulteriore diminuzione del 2% nel 2010.””.

Ed ecco la brutta sorpresa denunciata da Franceschini: “La situazione in cui si trovano gli atenei è gravissima e i dati forniti dal governo sono inquietanti perché confermano che il fondo di finanziamento ordinario subirà, di fatto, un’ulteriore riduzione delle disponibilità di circa il 2% nel 2010 e un taglio di circa un miliardo nel 2011″ E’ quanto ha replicato il capogruppo del Pd Dario Franceschini alle parole “del tutto insufficienti” del ministro Elio Vito chiamato a rispondere, nel corso del question time, all’interrogazione della Ghizzoni. Secondo il presidente dei deputati del Pd “non ci sono dubbi: questo taglio purtroppo è nei fatti – ha affermato Franceschini – e al ministro Vito, Franceschini ha obiettato che “sono altrettanto stupefacenti gli annunci di nuovi tagli per il 2011”. Per il capogruppo del Pd “i 400 milioni recuperati dallo scudo fiscale non saranno più disponibili, ma spariranno anche i 550 milioni del patto per l’Università voluti dal governo Prodi per il triennio 2008-2010.” Secondo la stessa Ghizzoni “i tagli all’università sono una scelta miope e irresponsabile e impediscono ogni serio progetto di riforma dell’università.” Franceschini ha accusato poi il ministro Gelmini di aver promosso “una riforma vuota che ha addirittura la pretesa di essere fatta a costo zero. Solo un forte investimento in formazione superiore, in ricerca e in reclutamento di giovani ricercatori – ha concluso Franceschini – consente crescita e futuro al Paese”.

Inoltre, a dimostrazione che i modelli di integrazione proposti dalla Gelmini sul tetto del 30% di studenti stranieri per classe, erano dettati esclusivamente da ciniche ragioni politiche ed elettorali, è il fatto che un numero rilevante di istituti scolastici lombardi hanno preteso ed ottenuto una deroga alla quota preposta. Commenta il fatto la Capogruppo del Pd in Commissione Cultura, Manuela Ghizzoni: “Ciò evidenzia che la scuola italiana è molto più avanti della rappresentazione becera che ne vorrebbe fare il Ministro Gelmini”.

Ma le inadempienze, spesso mascherate in scaricabarile dal Ministero dell’Istruzione, purtroppo non finiscono qui, e portano con se conseguenze gravi e irreparabili. All’indomani della terribile tragedia di Rivoli, dove perse la vita lo studente Vito Scafidi per il crollo del soffitto in un aula nel liceo Darwin, il sottosegretario Bertolaso, aveva parlato di 13 miliardi di euro per mettere in sicurezza e ristrutturare 57 mila scuole italiane. Gelmini aveva invece assicurato uno stanziamento di 1 miliardo e mezzo.

Oggi invece, la titolare del Ministero dell’Istruzione gioisce per i soli 350 milioni sbloccati a favore del piano straordinario del Miur per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, che francamente appaiono briciole rispetto a quanto occorrerebbe, visto che non sarà possibile garantire a tutti i nostri ragazzi luoghi di studio sicuri. Senza considerare che il rischio che l’Europa blocchi l’erogazione dello stanziamento è molto alta, in quanto si tratta di una parte dei fondi Fas che dovevano essere destinati per l’80 per cento al Sud.

“Ma ancora più grave è che nel merito degli stanziamenti economici, le regioni e gli enti locali non hanno avuto voce in capitolo, commenta la deputata democratica Rosa De Pasquale, hanno potuto solo prendere atto di quanto deciso al ministero; questo è il chiaro esempio del nuovo federalismo centralista che ignora la programmazione regionale senza fare sinergia e generando sprechi e duplicando gli interventi”. “Il Pd andrà sui territori, annuncia Rosa De Pasquale, nelle scuole e presso gli enti locali per verificare la reale situazione degli edifici individuati dal Ministero, presenteremo un’interrogazione parlamentare e continueremo a vigilare”.

Pur impegnandosi, non potrebbe esserci situazione peggiore. Francesca Puglisi, responsabile Scuola della Segreteria del Pd ricorda infine: “Le scuole italiane sono alla bancarotta e i nodi ora vengono finalmente al pettine. La propaganda governativa aveva sapientemente camuffato i tagli devastanti come pseudo riforme che ne avrebbero migliorato gli standard: invece siamo al punto, come ha denunciato il preside del liceo Keplero, che non ci sono soldi per fare più nulla, neanche i corsi di recupero per gli studenti con debiti formativi”. “La provocazione del preside al quale non resta che decidere se bocciare o dare a tutti il 6 politico è la cartina di tornasole di una situazione ormai insostenibile ovunque, conclude Puglisi, il Governo deve rendersi conto che, di questo passo, rischia di trasformare i titoli di studio rilasciati agli studenti italiani alla stregua dei titoli del debito pubblico della Grecia classificati come “spazzatura””.

Abbiamo pensato a una pagella di Maria Stella Gelmini:
Licenziamenti…………………………………….10
Tagli ai fondi…………………………………….10
Programmi scolastici……………………….2
Valore al merito……………………………….2
Edilizia scolastica…………………………….2

Assenze: troppe assenze per maternità, contraddicendo gli impegni chiesti alle classi.

Condotta: scarsa propensione all’ascolto e al lavoro di gruppo; disinteresse per le tematiche rilevanti per la collettività; non si integra con il resto della società; è contraddittoria e sleale e spesso non si assume le proprie responsabilità accusando gli altri delle proprie mancanze; non porta a termine i compiti che le sono stati affidati.

Come facciamo a promuoverla, nonostante la raccomandazione dall’alto?? ….

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