La FLC CGIL al termine della settimana di mobilitazione nazionale e territoriale conferma per le prossime settimane il proprio impegno contro i tagli agli organici e alle risorse finanziarie delle scuole e per la tutela del personale precario, la qualità della scuola pubblica e il rispetto del tempo scuola richiesto dalle famiglie.
Durante l’incontro con i dirigenti del Ministero dell’Istruzione, la FLC CGIL ha ribadito le proprie richieste. L’amministrazione si è impegnata per quanto riguarda il personale docente a tempo determinato a chiedere l’autorizzazione al Ministero del Tesoro per l’immissione in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili (11/14 mila posti comuni e 5.000 posti sul sostegno) come richiesto dalla FLC CGIL. Riteniamo assolutamente insufficiente le 6.000 assunzioni previste per il personale ATA.
Il Miur, inoltre, ha garantito:
l’avvio di un monitoraggio regione per regione sugli effetti concreti e reali dei tagli agli organici;
l’attivazione di un tavolo interministeriale sugli ammortizzatori sociali per il personale precario della scuola;
l’attivazione di un ulteriore tavolo interistituzionale sull’edilizia scolastica.
La FLC CGIL, pur ritenendo molto importante l’impegno assunto sulle immissioni in ruolo, ha ribadito la necessità di definire un piano pluriennale di stabilizzazioni per il personale precario e il ritiro dei tagli.
L’impegno, quindi, proseguirà nelle prossime settimane con l’assemblea nazionale del 15 maggio dei precari scuola, università e ricerca, l’iniziativa nazionale sulle risorse del 28 maggio e con ulteriori attività di forte mobilitazione nazionali e territoriali.
www.flcgil.it
******
Da Resto del Carlino/Ascoli 01.05.10
Scuola primaria, 81 i posti a rischio, di EMANUELA ASTOLFI
TEMPI DIFFICILI per gli insegnanti delle scuole primarie di Ascoli e Fermo. I tagli che si prevedono per l’inizio del nuovo anno scolastico, al personale, sono i più consistenti di tutta la regione. A settembre, stando ai calcoli fatti sulla base delle nuove iscrizioni, perderanno il posto 81 maestri della scuola primaria. «In tutta la regione spiega Giuseppe Vaglieco, segretario provinciale della Flc Cgil i tagli previsti alla scuola primaria sono 173. Nella provincia di Ascoli e Fermo abbiamo la riduzione più consistente. Quest’anno si abbatte sulle scuole la seconda tranche degli interventi previsti dal Governo. Il mondo dell’istruzione si trova a dover fare i conti con un sorta di ristrutturazione aziendale in cui l’obiettivo è quello di ridimensionare le imprese, che in questo caso sarebbero le scuole. Senza considerare gli effetti sulla qualità dell’istruzione’. Nel territorio si registra un calo degli iscritti alla scuola primaria di 153 alunni rispetto all’anno passato, in controtendenza rispetto alle altre province delle Marche in cui gli iscritti alle elementari crescono. Questa riduzione aggiunge Vaglieco non giustifica il taglio del numero degli insegnati. Bisogna considerare invece l’innalzamento del numero di alunni per classe. Nell’anno scolastico 2007-2008 i tagli ai maestri della primaria sono stati 15; nel 2008-2009 abbiamo perso 48 unità. Gli interventi del Governo sull’istruzione stanno triplicando il numero dei posti di lavoro persi’. La preoccupazione del sindacato si allarga anche il mondo dei precari. Se l’anno scorso 65 insegnati sono rimasti senza sede – dice il sindacalista Cgil quest’anno il numero è destinato ad aumentare. Dai tagli alla scuola primaria, poi si passera a calcolare gli organici anche alla secondaria inferiore e superiore, dove i tagli a livello regionale si aggirano intorno alle 51 unità per la scuola media e 385 per le superiori. Solo all’infanzia, il numero di insegnati per il nuovo anno è rimasto invariato’. Insegnanti che si ritrovano senza posto e risorse economiche ridotte al lumicino, per il segretario provinciale della Cgil metteranno a rischio anche l’apertura dei plessi scolastici più piccoli. I tagli al personale riguarderanno anche i non docenti’. E’ una macelleria sociale conclude – che porterà seri problemi soprattutto nei plessi delle zone montane dove potrebbe mancare addirittura il personale addetto all’apertura delle scuole».
******
Da Repubblica/Roma
Scuola, 3800 bambini senza il tempo pieno. Il sindacato: colpite le famigli.e Interrogazione della Coscia al ministro Gelmini, di SARA GRATTOGGI
E i calcoli sono presto fatti: tra gli alunni iscritti alle classi prime, 24.241 avevano chiesto il tempo pieno, secondo i dati dell´Ufficio scolastico provinciale. Ma con la riduzione d´organico, solo 20.408 studenti potranno essere accontentati, secondo le prime previsioni diffuse dalla Flc-Cgil, che ieri mattina ha presidiato il ministero di viale Trastevere insieme alle scuole romane. Delle 1.145 prime classi a tempo pieno chieste dagli istituti sulla base delle domande dell´utenza, solo 929, o poco più, sono state autorizzate. Le altre partiranno a tempo normale (27 ore) e sarà facoltà delle scuole utilizzare le due ore settimanali di compresenza degli insegnanti del tempo pieno per coprire, con una sorta di collage, le altre lezioni. La ratio è stata quella di togliere una prima a 40 ore a tutti gli istituti che avevano più di 21 classi a tempo pieno, invitandoli a far fronte al “buco” con le ore di compresenza rimaste.
«Così, però, si distrugge il modello stesso del tempo pieno con due insegnanti. E lo si sostituisce con un tempo-pieno “spezzatino” con docenti diversi che le famiglie non vogliono», spiega Bruna Sferra, insegnante del 49° circolo didattico (elementari Principe di Piemonte e Leonardo Da Vinci), già protagonista nei mesi scorsi di una tre giorni di occupazione contro i tagli. «Noi avevamo chiesto sei classi a 40 ore perché tutti i nuovi iscritti avevano scelto il tempo pieno, ma ce ne hanno concesse solo 4 – spiega Sferra – per questo, insieme ai genitori, abbiamo organizzato un presidio lunedì prossimo sotto l´Ufficio scolastico provinciale e se le nostre richieste non verranno accolte occuperemo di nuovo l´istituto».
«Le famiglie sono imbufalite: toccare il tempo pieno significa non assicurare il diritto allo studio dei bambini e non offrire un servizio fondamentale ai genitori che lavorano», rimarca Simonetta Salacone, dirigente dell´Iqbal Masih, che il prossimo anno avrà due classi in meno a tempo pieno in organico, di cui una prima. E una prima in meno, rispetto alle richieste delle famiglie, anche all´elementare Maffi, alla Cecconi e nel circolo didattico Magliana, dove la dirigente Clara Simeone spiega: «Avevo 22 domande eccedenti per il tempo pieno in prima, così ho chiesto una terza classe, ma mi è stata data a 27 ore. Quest´anno cercherò di compensare con le compresenze, ma se i tagli continueranno non potrò fare lo stesso in futuro». Per Salacone «andando avanti così nel giro di qualche anno il modulo a 40 ore scomparirà». E Mimmo Rossi, segretario generale Flc-Cgil di Roma e Lazio, fa notare che «il taglio del tempo pieno non riguarda solo le prime, ma colpisce anche 1.500 studenti delle altre classi, per cui non ci saranno più insegnanti a sufficienza».
«Ancora una volta il ministro Gelmini non ha mantenuto le promesse – spiega Maria Coscia, deputata Pd in commissione Cultura alla Camera, che nei giorni scorsi ha presentato un´interrogazione sul tema – Aveva assicurato che tutte le richieste delle famiglie sarebbero state soddisfatte e che il tempo pieno sarebbe aumentato, ma non mi pare sia stato così».
******
Da La Nazione/Umbria 01.05.10
«La scuola ha perso cinquecento contratti»: Cgil sul piede di guerra.
«IN UMBRIA chiude un’altra Merloni: sono le conseguenze dei tagli all’organico della scuola, dove se ne andranno in fumo altri cinquecento posti di lavoro». A lanciare l’allarme Giuliana Renelli, Flc-Cgil Umbria, che annuncia l’inizio della settimana di mobilitazione promossa dal sindacato. La protesta partirà martedì con una manifestazione davanti all’Ufficio scolastico regionale a Perugia, mentre il 14 sarà organizzato un presidio sotto l’Ufficio scolastico provinciale di Terni. «Alle due manifestazioni in calendario dice Renelli parteciperanno anche delegazioni di tutte le categorie della Cgil dell’Umbria con striscioni e bandiere, perché il sapere è un problema di tutti. Rappresenteremo in quella sede le istanze dei circa 500 lavoratori della scuola tra docenti e personale Ata che insieme ai 700 dello scorso anno non avranno più un contratto».