Dichiarazione di Marilena Pillati, responsabile Scuola dell’Esecutivo del Partito Democratico dell’Emilia-Romagna
Il Partito Democratico dell’Emilia-Romagna esprime forte preoccupazione per gli effetti che produrranno i nuovi tagli al personale della scuola pubblica. Questo è il secondo anno consecutivo in cui il Governo, attraverso tagli lineari, non corrisponde alla domanda di educazione ed istruzione delle famiglie, alla domanda delle Autonomie scolastiche di avere le risorse per assicurare il diritto all’apprendimento degli studenti e alla domanda degli Enti locali di non ridurre l’offerta formativa e la qualità dell’istruzione. Già i tagli al personale nell’a.s.2009/2010 avevano ridotto il tempo scuola, inciso negativamente sulla qualità dell’istruzione e reso più difficile il sostegno ai tanti bisogni educativi degli alunni.
Nella nostra Regione, in cui l’aumento della popolazione scolastica è del 2%, cioè il più alto a livello nazionale, il taglio al personale docente è del 3% (1.192 insegnanti in meno). Questo significa che nel prossimo anno il rapporto docenti/studenti, che già in questo anno scolastico è il più basso in Italia, subirà una contrazione del 5%. A ciò si aggiungerà il taglio dei collaboratori scolastici, con il rischio che nei piccoli comuni non sia più possibile garantire il servizio scolastico pubblico.
Nella scuola dell’infanzia la situazione è particolarmente grave perché, nonostante l’aumento del numero dei bambini in lista di attesa e l’investimento dei Comuni nell’edilizia scolastica, da ben due anni non aumenta il numero degli insegnanti, impedendo così l’apertura di nuove sezioni e mettendo a rischio in questa Regione la generalizzazione della scuola dell’infanzia.
La quantità delle risorse incide direttamente sulla qualità del servizio scolastico pubblico e la nostra preoccupazione è che la diminuzione delle opportunità formative possa mettere in discussione la capacità di sviluppo economico e sociale dell’intera comunità regionale.
Gli Enti locali in questa Regione non si sono mai tirati indietro e responsabilmente hanno sostenuto con risorse proprie la qualità del sistema scolastico. Nel quadro attuale, però, l’azione di supplenza nei confronti delle carenze dello Stato non è più sostenibile. E’ tempo, quindi, che si ripensi il rapporto tra Stato ed Enti locali e si faccia chiarezza sulle rispettive competenze e le relative risorse. Solo così sarà possibile garantire l’esercizio del mandato della scuola in termini di diritti di cittadinanza e prospettiva di sviluppo delle comunità locali.
Il Partito Democratico dell’Emilia-Romagna chiede al Governo che non si proceda con i tagli previsti e che assieme alle Regioni si ridefiniscano i criteri di assegnazione delle dotazioni di organico, tenendo conto anche delle specificità delle diverse realtà territoriali.