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Nessuno riscriva la storia. Bersani ricorda la Liberazione

“Può succedere ancora, come allora, che senza accorgercene diamo via dei pezzi di libertà. Per questo bisogna mettere in guardia le nuove generazioni dalla belva che è dentro l’animo dell’uomo. E’ la stessa belva che si sta scatenando in molte parti del mondo e che può tornare anche da noi, sotto diverse forme, se non diciamo ai ragazzi di stare attenti. Per questo dobbiamo combattere perché non sia consentito di riscrivere la storia inventandone un’altra”. Sceglie queste parole Pier Luigi Bersani, in occasione della celebrazione del 25 aprile ad Ansaldo, per rivolgersi ai rappresentanti dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) e soprattutto ai tanti giovani presenti.

Il segretario Pd mette in guardia rispetto al pericolo di un fascismo strisciante, meno evidente e, proprio per questo, più pericoloso. “Non accettiamo mistificazioni come il fascismo buono e bonaccione – avverte – perché i massacri con il gas in Etiopia li abbiamo iniziati noi. Basta mistificazioni come quella degli italiani brava gente perchè allora siamo stati capaci di essere cattivi. Il meccanismo di decisione democratica sta subendo delle deformazioni. Non c’è dubbio. Bisogna stare in guardia su un fatto da non sottovalutare mai: davanti a una crisi lunga, e questa sarà lunga, davanti a problemi sociali rilevanti, possono prendere piede culture regressive. Questo è sempre stato vero. Quindi la crisi richiede una azione in campo politico, sociale e economico ma anche culturale”.

Parole che arrivano nei giorni in cui da nord a sud Lega e PDL provano a cancellare in silenzio pezzi simbolici della celebrazione della lotta dei partigiani: a Montichiari dove non si concede una piazza per la ricorrenza e ieri il leader del PD ha scritto ai cittadini invitandoli a difendere la Costituzione (trovi il testo qui sotto) e alla provincia di Salerno dove il presidente, Edmondo Cirielli, fa affiggere un manifesto per celebrare il 25 aprile in cui si ringraziano gli Stati Uniti ma non si fa alcun riferimento alla Resistenza!

Tra i pericoli odierni Bersani individua il “meccanismo populista basato su propaganda e consenso: spargere l’idea che il consenso viene prima delle regole contribuisce ad esempio a spargere germi di autoritarismo. Da qui possono arrivare frutti avvelenati”.
Bersani ha parlato agli operai dell’Ansaldo in ricordo dei loro colleghi che morirono durante la resistenza combattendo contro il fascismo e il nazismo mettendo in chiaro che puo’ accadere di nuovo e che il Pd non accetta alcuna forma di revisionismo storico.
Per parlare alle nuove generazioni è “necessario tornare a parole semplici, chiare e vere. Il fascismo si basa sulla forza e sulla diseguaglianza tra classi sociali, tra popoli, tra Stati. Dal fascismo nascono le violenze, le leggi razziali, le guerre imperiali, perchè non ci può essere fascismo senza guerra. Chi ha lottato contro tutto questo ci ha consentito di essere liberi, di esprimere le nostre idee. La battaglia giusta è quella che ci ha dato la libertà e la pace”.

E da libertà e pace è nata la “nostra Costituzione, che è la piu’ bella del mondo, basta leggerla per capirlo. Gli aggiornamenti sono necessari, ma il popolo non accetterebbe mai una disarticolazione dell’unità del Paese ne’ un ribaltone autoritario”.

Il segretario Pd ha anche risposto a chi, dopo la furibonda litigata di ieri fra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, gli chiede quali scenari aspettarsi da oggi in poi. “Io dico che dopo quanto accaduto – ha detto – c’é da aspettarsi ancora più paralisi nell’azione di governo e non so se possiamo andare avanti così tre anni”

Ad Ansaldo, in provincia di Genova, per festeggiare insieme all’ANPI la resistenza, il segretario attacca e condanna due anni di gestione Berlusconi & co. : “C’é un consenso di tipo populista, abbiamo un meccanismo che non prende decisioni. Al di là di queste risse c’é quindi un problema di fondo, il PDL con la Lega governa questo Paese da sette anni sugli ultimi nove e non ha cavato un ragno dal buco. Il Paese sta scivolando e dopo ieri peggioreranno ancora”.

Ciononostante, per Bersani non esiste un rischio di elezioni anticipate perché “qui c’é una maggioranza, si sono fatti trenta voti di fiducia, ci sono le tv, c’é l’informazione, c’é il consenso, c’é tutto. Non parliamo adesso di questi scenari – ha detto -, cerchiamo di vedere come intende andare avanti chi ha la maggioranza. Perché sono due anni che non fa niente per la crisi, solo chiacchiere e propaganda”. Però, aggiunge, “se ci saranno o meno le elezioni anticipate è una domanda che va fatta a loro”.

A chi chiede se in quel caso il PD sarebbe pronto, Bersani dice: “Chi vuole può vedere la mia relazione programmatica su internet, c’é una traccia chiara. All’assemblea di maggio (ndr: 22 maggio) inizieremo a delineare un’azione programmatica. Nel frattempo stiamo cercando di stringere i bulloni dei rapporti con le forze di opposizione. Cerchiamo di mandare messaggi non solo alle forze di opposizione, perché quando parliamo di patto repubblicano per evitare una deriva plebiscitaria al Paese, per cambiare agenda, ci rivolgiamo anche a persone, a forze oltre il centro sinistra, che si rendono conto che c’é una impasse”.

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La Liberazione non si cancella
Il segretario nazionale del Partito Democratico Pier Luigi Bersani ha inviato una lettera al circolo Pd di Montichiari che nei giorni scorsi si è visto rifiutare dal Sindaco della città la disponibilità di una piazza del comune per celebrare il 25 aprile. Di seguito il testo.
Cari cittadini e cittadine di Montichiari ho appreso dalla lettura dei giornali che la giunta della vostra città ha negato la possibilità di celebrare il 25 Aprile e il Primo Maggio sospendendo, di fatto, un diritto sancito dalla nostra Costituzione. Questo è molto grave, ma ancor più grave è l’intenzione di voler cancellare con un divieto una memoria che deve essere considerata patrimonio comune di tutto il popolo italiano.
I valori del 25 Aprile sono scritti nella nostra Carta Costituzionale che è la più bella del mondo, e lo è perché sancì un patto tra uomini e donne di idee e convincimenti anche profondamente diversi tra loro, ma che li vide uniti dall’idea di disegnare un futuro comune e libero per tutti gli italiani.
Questo esempio e questa memoria dovrebbero rappresentare un orientamento di fondo per chi è chiamato, a tutti i livelli di responsabilità, a ricoprire un ruolo al servizio del bene comune. Tanto più nel momento in cui le forze politiche affermano di volersi impegnare per rinnovare quel patto. Rinnovare, perché di questo si tratta. Rinnovare un patto per costruire una nuova unità dell’Italia. Rinnovare per sentirci cittadini di un unico paese. Rinnovare per rendere vivi quei valori che non possono cambiare perché la libertà, l’uguaglianza e la dignità, insieme alle idee di pace, di fraternità e di comune umanità di tutti gli uomini e le donne del mondo non sono nella disponibilità di nessuno. E’ questo il senso profondo del 25 Aprile.
La democrazia è una scelta che va rinnovata ogni giorno, anche pagando qualche prezzo, di certo infinitamente minore rispetto a quello che altri hanno pagato prima di noi, altrimenti diventa un’abitudine. E, se è un’abitudine, può succedere che in forme anche nuove rispetto al passato ci si lasci portar via pezzi di libertà un po’ per volta, senza nemmeno accorgercene. Ci siamo detti molte volte che la storia non si ripete mai, ma ci possono essere molti modi per tradire quei valori che sono fioriti nel sangue di tante sofferenze.
Può accadere se prevale l’indifferenza e la mistificazione verso la nostra storia. Può accadere se di fronte alle difficoltà, di avere una democrazia che funzioni, capace di prendere decisioni rapide ed efficaci, si pensa di prendere la via breve dello svilimento dei meccanismi di partecipazione democratica per favorire una deriva populista e scelte autoritarie nella società.
Allo stesso modo togliere la possibilità di festeggiare il Primo Maggio significa voler negare un ruolo al lavoro inteso oggi nella sua estensione più larga e più alta possibile. Il lavoro come bene comune e come promozione tanto della dignità quanto del merito di ogni singolo individuo. E la nostra Costituzione, anche su questo tema dimostra di essere più attuale che mai perché promuove il lavoro in tutte le sue forme e, insieme, ci impegna a
rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Valori profondi, quindi, consegnati a noi perché rinati dalla primavera del 25 Aprile e che noi abbiamo il dovere di portare nel futuro come una fiaccola preziosa da trasmettere alle nuove generazioni. Questo è il nostro compito, questa è la nostra responsabilità. Viva il 25 Aprile, viva la Costituzione.