Il Consiglio di stato considera illegittime le graduatorie degli insegnanti “protette” per i residenti. Un duro colpo alle recenti richieste della Lega friulana e lombarda che, dopo la vittoria alle ultime elezioni regionali, spingono per avere “prof e buoi dei paesi tuoi”. Nel pronunciarsi sul ricorso di un professore di Verona, incluso in coda alle graduatorie di Trento perché di fatto non residente in quella provincia, il massimo organismo della giustizia amministrativa ha rinviato alla Corte costituzionale la legge provinciale sull’aggiornamento delle liste dei precari. L’Anief (l’Associazione nazionale insegnanti in formazione) esulta. “All’indomani della pubblicazione dell’ordinanza di aggiornamento delle graduatorie di Trento per l’anno scolastico 2009/2010 – dichiara Marcello Pacifico, presidente dell’Anief – avevamo avvertito l’assessore Dal maso e questa pronuncia del Consiglio di stato è quanto mai opportuna, viste le recenti proposte avanzate dai parlamentari della Lega su graduatorie regionali e punteggi di residenza, perché chiarisce come anche nelle Regioni-Province autonome con competenza esclusiva nel settore della scuola non sia possibile inserire in coda i docenti provenienti da altre regioni o attribuire un punteggio diverso, neanche in presenza di un’invocata quanto mai falsa continuità didattica”.
Il docente contesta “in particolare, la previsione del bando, secondo cui gli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento provenienti da altre Province sono inseriti nella graduatoria in questione in posizione subordinata a tutte le fasce”. I giudici di Palazzo Spada sembrano dargli ragione: rilevano sul provvedimento profili di “contrasto con gli articoli 3, 4, 16, 51 e 97 della Costituzione”. E si spingono oltre. “Infatti – scrivono i giudici – l’inserimento in fondo alla graduatoria dei docenti provenienti da altre graduatorie, anche se aventi un punteggio superiore a quelli già inseriti, determina una ingiustificata disparità di trattamento tra soggetti con i medesimi requisiti in funzione dell’avvenuta iscrizione in altra graduatoria di altra provincia”.
Ma non solo. “La norma – continua il collegio giudicante – appare essere ispirata a una logica ‘protezionistica’ dei docenti inseriti nelle graduatorie trentine, al fine di ostacolare l’arrivo di docenti da altre graduatorie”. Esattamente quello che hanno chiesto di recente, nell’ordine, il Consiglio regionale del Friuli e la Lega Nord lombarda. Nel primo caso, è stata approvata una mozione, presentata dai consiglieri della Lega Nord, che impegna la giunta e l’assessore competente “ad attivarsi presso il Parlamento e il Governo nazionale affinché le graduatorie per l’accesso al ruolo degli insegnanti siano stilate su base regionale”. Nel secondo caso, sono stati invocati “pieni poteri alle regioni per dare la precedenza agli insegnanti lombardi”.
Ad avanzare la proposta, una settimana fa, il capo delegazione del Carroccio nella giunta regionale lombarda, Davide Boni, che aggiunge: “La piena attuazione del federalismo – spiega Boni – si traduce nell’autonomia concessa alle Regioni nelle diverse materie previste dalla stessa riforma federale e dalle modifiche introdotte al titolo V della Costituzione”. Una richiesta che comincia a riscuotere qualche apertura. “Come si fa – ha detto Valentina Aprea, presidente della commissione Cultura della Camera, nel corso di un convegno – a resistere alla gestione regionalista, ancorché con abilitazioni di carattere nazionale, di fronte a certe varianze di risultato scolastico presenti a livello non di Nord e Sud, ma addirittura di istituti vicini?”.
La Repubblica 16.04.10