Le proposte su riforme istituzionali, lavoro, imprese illustrati dalla delegazione guidata da Bersani, Bindi, Letta e dai capigruppo. Ripartire dagli interessi di tutti, ribadendo la ferma contrarietà a ipotesi di riforma come quella elaborata dal ministro Calderoli: questo il proposito che ha animato la delegazione del Partito Democratico che ha incontrato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per illustrare quali sono le idee del partito per il rinnovamento delle istituzioni.
Proposte chiare, che partono dall’esigenza di intervenire subito sul fronte economico per risollevare i redditi dei lavoratori e ridare slancio alle attività di piccole e medie imprese, le stesse preannunciate ieri ai segretari regionali e ai senatori dem. Sul fronte istituzionale, la delegazione del Pd, guidata dal segretario Bersani, accompagnato da Rosy Bindi, Enrico Letta, e i capigruppo di Camera e Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro, ha esposto al presidente Napolitano le linee-guida della riforma, che comprendono il rafforzamento dei poteri del Parlamento e del governo, l’istituzione del Senato federale, la riduzione del numero dei parlamentari e dei costi della politica, una nuova legge sui partiti e una nuova legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di scelta dei parlamentari, la disponibilità a discutere di un premierato forte, ma con i debiti contrappesi nel rispetto della centralità del Parlamento.
E poi le msiure anti-crisi: il sostegno alle famiglie e ai redditi più bassi, un fisco che pesi meno sul lavoro, una questione giovanile che è sempre più chiaramente è cartina tornasole della scarsa fiducia nel futuro, la necessità di una modernizzazione dello Stato.
Non è mancato, da parte della delegazione guidata da Bersani , un accenno alla bozza di riforma della giustizia di cui è autore Andrea Orlando, deputato Pd e presidnete del Forum Giustizia del partito, che parte dalla necessità di svecchiare e rendere più efficiente il sistema giudiziario italiano, con modifiche che non tocchino la Costituzione e siano approvate per via ordinaria. Uno spirito molto diverso, quello delle proposte di riforma del Pd, da quello che “anima” la cosiddetta bozza-Calderoli, il prodotto delle confuse ambizioni della grandeur berlusconiana che arriva a prevedere la nomina del Governo da parte del Capo dello Stato (che sarebbe eletto direttamente dai cittadini), che mira senza dubbio, già nelle sue premesse, a creare un clima di confusione non solo istituzionale.
L’esatto contrario di quanto auspicato da Napolitano di fronte alla delegazione del Pd: per il Capo dello Stato è fondamentale trovare formule di riforma condivise e, tra quelle proposte dai due schieramenti, non è difficile capire che quella presentata dalla Lega a nome del Pdl (ma senza l’appoggio di tutta la maggioranza, come risulta dalle cronache) tende a dividere non solo il mondo della politica ma anche il Paese.
Nella direzione del Pd di sabato pertanto si approfondiranno i temi dell’incontro al Quirinale, continuando a marcare la diversità rispetto al centrodestra e mettendo in evidenza la volontà dei democratici di realizzare una legislatura di riforme.
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