Lo avevano detto, e domani ci andranno. Il coordinamento provinciale dei presidenti dei consigli d’istituto e di circolo e dei comitati genitori sarà ricevuto domani mattina alle 9.30 dal prefetto che ascolterà, da parte dei genitori, le ragioni di questi mesi di protesta dove l’ultima riforma della scuola è solo la punta dell’iceberg.
La situazione, infatti, è ormai diventata insostenibile. I debiti pregressi dello Stato nei confronti delle scuole modenesi sono passati da 18 a 19 milioni, in più si aggiungono gli aggiustamenti del decreto Gelmini che hanno lasciato più di una perplessità sia ai genitori che ai docenti. Ma sono proprio i genitori, più che mai uniti in questa razionale protesta basata sui numeri e non sulle parole, ad essere così decisi da andare fino in fondo. La visita di domani dal prefetto Benedetto Basile avrà all’ordine del giorno il percorso che in questi mesi i genitori hanno compiuto mettendo in rete la stragrande maggioranza delle scuole e degli istituti superiori. Il primo punto riguarda appunto la sofferenza finanziaria cui versano le scuole, e se da Roma continuano a non arrivare soldi, non si può pensare di risolvere tutto con i contributi volontari dei genitori. Proprio su questo tema si era aperta una vertenza che aveva visto impegnati i genitori fino a metà febbraio, data di approvazione dei bilanci. Insieme hanno ottenuto, nel 95 per cento delle scuole, che quelle somme fossero vincolate ad attività precise già descritte nei dettagli al momento del versamento da parte delle famiglie. La prassi, infatti, negli anni passati era che i singoli istituti utilizzassero, nella stragrande maggioranza dei casi, quelle somme anche per pagare le spese ordinarie e le supplenze e non per organizzare attività extracurricolari o ampliare il piano dell’offerta formativa. I genitori ora si sono tutelati, e i finanziamenti extra che arrivano dalle famiglie avranno una destinazione certa, in modo tale che non sia più una scusa per Roma per evitare di versare i contributi dovuti da ormai troppi anni. «Senza i soldi di Roma – questa è la sintesi dei genitori – le scuole non stanno più in piedi. E senza i soldi dei genitori le scuole avrebbero già chiuso. Con la riforma Gelmini si andrà verso una riduzione dell’offerta formativa, classi sempre più ampie, insegnanti di sostegno e corsi di recupero prossimi a scomparire». La patata bollente passa ora nelle mani del prefetto.
La Gazzetta di Modena 08.04.10
Pubblicato il 8 Aprile 2010