Onorevole Piero Fassino, Berlusconi rifiuta il duello in tv con Bersani perché, dice, con l’opposizione non si può avere uno scambio credibile, Come risponde il Pd?
«Intanto Berlusconi ogni volta che si profila un confronto scappa perché è abituato a monologhi solitari in cui può dire qualsiasi cosa senza che nessuno possa obiettare. Quanto alla credibilità, non credo proprio che Berlusconi possa invocarla di fronte alle tante promesse mancate e ai tanti annunci propagandistici a cui spesso non sono seguiti fatti concreti. In ogni caso, se Berlusconi è convinto di avere degli argomenti, non dovrebbe avere paura di nessuno. Perché non accetta il confronto?».
Oltre al faccia a faccia ha anche chiuso le porte alle riforme con l’opposizione.
«Fin qui Berlusconi ha dimostrato di non saper fare nessuna riforma da solo. Nonostante abbia un’ampia maggioranza, nel primo anno e mezzo di legislatura non se ne è vista nessuna. Se poi si riferisce alle riforme istituzionali o costituzionali, la stessa Costituzione prevede che siano fatte con maggioranze ampie che coinvolgano tutte le forze politiche del Parlamento. La verità è che Berlusconi le riforme non le sa fare e alcune senza l’opposizione non le può proprio realizzare».
Il premierè tornato ad attaccare i giudici, in particolare Magistratura democratica.
«A me ha colpito molto che Berlusconi abbia detto che il magistrato buono è quello che ha incarcerato Frisullo: è la dimostrazione di quel che pensa davvero, e cioè i magistrati sono bravi se indagano sugli avversari, sono invece cattivi se l’indagine riguarda il presidente del Consiglio. Berlusconi in realtà non sa che la forza della giustizia sta nell’essere uguale per tutti i cittadini. Così come l’informazione non è uno strumento del potere ma una forma di controllo dei cittadini sul potere».
Questa campagna elettorale è stata dominata dalle polemiche.A cosa dobbiamo questo clima di guerra perenne?
«La responsabilità è di Berlusconi, che aggredendo ogni giorno magistrati e giornalisti offusca le priorità degli italiani che sono il lavoro più precario per tanti, il reddito che in molte famiglie è diventato più stretto, il futuro dei figli oggi più incerto, il rischio per molte imprese di non farcela a uscire dalla crisi. Sono queste le questioni su cui bisognerebbe misurarsi con gli elettori ed è probabilmente per paura di questi temi che Berlusconi non vuole fare il confronto con Bersani. Sa che su ciascuno di questi argomenti il suo governo è clamorosamente inadempiente mentre le famiglie e le aziende sono lasciate sole di fronte alla crisi».
La Repubblica 22.03.10