Domani sono quattro anni esatti dall’alluvione che fece ripiombare Bastiglia e Bomporto nel dramma delle calamità naturali a poco più di due anni dal sisma e che mise in allarme tutte le comunità che vivono lungo l’asta del Secchia. Sabato, a Bastiglia, si inaugurerà la lapide dedicata al sacrificio di Giuseppe Oberdan Salvioli, morto mentre, con un gommone, si era messo in acqua per cercare di aiutare i suoi concittadini. Ricordo la grande paura per chi si trovava intrappolato nelle abitazioni ai piani alti, l’allarme di chi vedeva crescere l’acqua lungo il fiume nel terrore che una nuova breccia potesse formarsi a valle di quella già apertasi, il grande lavoro della Protezione civile, dei volontari e degli amministratori impegnati nel cercare di chiudere la falla e di salvaguardare i cittadini, e poi la disperazione degli imprenditori che avevano vista la propria attività sommersa e le famiglie che abitavano a piano terra che cercavano di recuperare l’auto o la cucina o la camera da letto. Guardando a ritroso, a quattro anni di distanza da quel dramma, al di là degli aspetti umani e dei danni materiali, dal punto di vista del lavoro parlamentare, posso dire che due sono i risultati conseguiti. Già pochi mesi dopo l’alluvione, il Consiglio dei ministri approvò il cosiddetto Decreto Modena: vennero stanziati 210 milioni di euro per l’indennizzo dei danni subiti dalle popolazioni colpite dall’alluvione e anche velocemente erogati ai privati che hanno subito danni. E’ stata la prima volta che un’alluvione ha avuto un riconoscimento normativo di questo tipo. Anche grazie al lavoro di noi parlamentari modenesi, il Governo aveva riconosciuto l’eccezionalità di una terra che, nel giro di due anni, era stata colpita prima da un violento terremoto e poi sommersa dall’acqua. L’altro provvedimento, invece, è recentissimo: pochi giorni prima della fine dell’anno, il Governo ha varato il decreto attuativo della legge delega sul riordino del sistema di Protezione civile. Era uno degli impegni che, come parlamentari, ci eravamo assunti dopo i primi mesi di faticosissima gestione dell’emergenza post-sisma, in assenza di norme nazionali chiare e certe in materia. Finalmente, dopo anni di attese e tante tragedie sofferte, questo Paese ha una legge applicabile relativa all’intero sistema di Protezione civile, in modo che si possa davvero rispondere in modo omogeneo in tutte le zone e in maniera più efficace alle calamità naturali che un territorio fragile come il nostro, purtroppo, si trova in continuazione a subire.
Pubblicato il 18 Gennaio 2018