Anno: 2017

Province, passi avanti ma ancora non sufficienti

I passi avanti per affrontare i problemi delle Province, compiuti in queste ore in Commissione Bilancio a Montecitorio, sono significativi. Grazie alle proposte avanzate dalle Province, tra cui quella di Modena, e agli emendamenti che abbiamo presentato, insieme al collega Baruffi, al decreto in corso di esame alla Camera, sono arrivate alcune risposte attese e importanti. Alle risorse aggiuntive già previste dal decreto vanno, infatti, ad assommarsi alcune poste rilevanti per capitoli cruciali. In particolare ulteriori 170 milioni per il finanziamento delle funzioni fondamentali nel biennio 2017-2018; ulteriori 70 milioni per l’anno in corso per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali; ulteriori 15 milioni per l’edilizia scolastica degli istituti superiori. 255 milioni aggiuntivi, nel biennio in corso, che si aggiungono a quelli già stanziati dal decreto, pari a 290 milioni. Va inoltre ricordato che, a decorrere dal 2019, il contributo alla finanza pubblica degli enti provinciali scende strutturalmente di ulteriori 80 milioni. A questi risultati va infine aggiunto l’esonero dalle sanzioni precedentemente previste per tutte quelle Province (la gran parte delle stesse, in realtà), tra …

strumenti musicali

Formazione musicale, statizzazione per gli ex pareggiati

La Commissione Bilancio della Camera ha approvato un mio emendamento al dl Manovra che prevede la graduale statizzazione degli ex istituti musicali pareggiati e delle Accademie di belle arti, provvedimento che, nel modenese, riguarda direttamente l’istituto Vecchi-Tonelli. Già nel 2013, quando si erano cominciate ad evidenziare le difficoltà economiche degli Enti locali a continuare a sostenere questi istituti, avevo presentato un disegno di legge per il loro graduale passaggio allo Stato che trova, di fatto, attuazione con l’emendamento approvato. In Italia sono attivi ben 20 Istituti musicali pareggiati: rappresentano il 30 per cento dell’offerta accademica musicale e coinvolgono 700 docenti e circa 8.000 studenti. Una risorsa didattica fondamentale per la formazione artistica, la cui sostenibilità economica è oggi, in molti casi, compromessa. La situazione economico-finanziaria in cui versano soprattutto le Province sta compromettendo, infatti, il loro funzionamento e la loro offerta didattica e formativa, a detrimento della cultura e della diffusione delle competenze musicali. La possibilità, prevista nella proposta di legge del 2013, di procedere a una graduale statizzazione assume ora i caratteri dell’urgenza. Con …

L’Unità – No tax area per non salassare gli studenti

Oggi, sabato 27 maggio, L’Unità ha pubblicato un mio intervento dal titolo “No tax area per non salassare gli studenti” Ve ne propongo il testo integrale: Che l’Università per i figli sia un costo gravoso per le famiglie, soprattutto quelle meno abbienti, è purtroppo un dato di fatto nel nostro Paese. Il costo dell’affitto di una stanza, per coloro che si spostano dalla propria città d’origine, non è la sola spesa che devono sostenere: l’ostacolo primo, per tutti, sono le tasse scolastiche. E’ questa una delle ragioni per cui, in Italia, l’ascensore sociale sembra essersi fermato. In genere, può permettersi di proseguire gli studi chi proviene da una famiglia avvantaggiata, non solo sul piano economico, ma anche su quello della preparazione scolastica e culturale. Per tentare di arginare un fenomeno che ci ha fatti precipitare al fondo delle graduatorie Ocse sul numero di laureati, con grave pregiudizio per il futuro sviluppo dell’intero Paese e non solo delle vite dei singoli studenti, il Partito democratico sta cercando di incidere con misure innovative e specifiche che stanno …

Il balsamico trentino non è prodotto tradizionale

Anche il prodotto trentino vuole fregiarsi del titolo di “aceto balsamico”: è in corso, infatti, la 27esima revisione annuale dell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali e tra le imminenti novità ci sarebbe proprio l’introduzione dell’ “aceto balsamico trentino” che, nella denominazione, richiama i prodotti emiliani la cui qualità è tutelata, ovvero l’aceto balsamico tradizionale di Modena Dop, l’aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia Dop e l’aceto balsamico di Modena Igp. Contro questa evenienza si sono schierati i deputati emiliani del Pd, in particolare, per il modenese, io e il collega Davide Baruffi: abbiamo infatti firmato una interrogazione al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina. Il Consorzio di tutela dell’aceto balsamico di Modena chiamato a esprimere le sue osservazioni nel corso dell’istruttoria ministeriale, ha contestato il fatto che le metodiche di produzione del cosiddetto aceto trentino rispecchino i requisiti previsti dallo specifico decreto ministeriale del 1999 che fa rientrare nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali solo quelli le cui metodiche siano praticate “in maniera omogenea e secondo regole tradizionali e protratte nel tempo, comunque …

Come si gestiranno le attese di vincitori e ricorrenti?

Informazioni certe per evitare che le ipotesi più fantasiose trovate sul web tolgano il sonno ai vincitori (in particolare a quelli già assunti in ruolo) del concorso del 2016 per l’assunzione di docenti. È con questo spirito che ho presentato una interrogazione, sottoscritta dai colleghi del Gruppo Pd in Commissione Cultura, per avere risposte sulle prove suppletive che l’amministrazione ha dovuto organizzare – le prove scritte si sono concluse ieri – a seguito di numerose ordinanze cautelari, spesso collettive, del Consiglio di Stato (appellato dai ricorrenti dopo le ordinanze del Tar favorevoli all’Amministrazione). Sia chiaro: non vi è alcuna intenzione di interferire con le decisioni dei giudici, che devono ancora esprimersi nel merito, come non vi è alcuna volontà “ostativa” nei confronti dei ricorrenti. Ciò che si vuole conoscere, allo stato attuale, sono i criteri – eventualmente determinati dai ricorsi medesimi – adottati dagli Uffici scolastici regionali per l’ammissione alle prove suppletive e gli indirizzi che l’Amministrazione intenderà assumere nei confronti dei vincitori delle prove “ordinarie” (già assunti o in attesa di immissione in ruolo) …

A 25 anni dalla strage di Capaci e da quella di via D’Amelio

Se pensiamo di vivere adesso momenti difficili è perché, troppo spesso, rimuoviamo, come Paese, le burrasche che già abbiamo attraversato. Il tempo (per fortuna) tende a sbiadire i ricordi e gli affanni, ma l’intervista a Marianna, la figlia dell’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, ci riporta con drammatica intensità a quel 23 maggio del 1992 quando, sull’autostrada A29, all’altezza dello svincolo per Capaci, Cosa Nostra mise fine alla vita e all’opera di uno dei magistrati simbolo della lotta alla mafia Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo, e di tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Sono passati 25 anni, ma nel racconto di Marianna Scalfaro tutto è ancora nitido. Il disorientamento del Paese che già stava vedendo crollare il sistema politico fino ad allora conosciuto sotto i colpi dell’indagine di Mani Pulite; la sfida aperta di Cosa nostra allo Stato che sembrava, in quel frangente, impotente e prossimo alla sconfitta; le potenze straniere che mettevano in agenda la possibilità di un non meglio precisato golpe in Italia; le interminabili sedute …

Sisma, a cinque anni da quel terribile 20 maggio

Che la parete destra della vostra camera da letto possa ricordarvi il terremoto ogni volta che vi si posa lo sguardo potrebbe apparire strano, ma è quanto capita a me. Quel muro (peraltro sconosciuto perché il 19 maggio 2012 fu per me anche giorno di trasloco) che oscillava paurosamente nel cuore della notte del 20 maggio fu la prima cosa che individuai, mentre il frastuono assoluto che ci aveva strappato al sonno rendeva il tutto ancora più incomprensibile. Ciascuno di noi ha il “proprio ricordo” di quei lunghi secondi di paura pura: non si appannano con il passare del tempo. A 5 anni di distanza hanno la stessa cristallina limpidezza del loro formarsi. Hanno perso semmai la coltre di paura (beh, non proprio tutta) che li ha ammantati a lungo, levata dalla voglia di andare avanti, a riprenderci il futuro. 5 anni sono un periodo adeguato per fare un bilancio di quanto fatto dal sisma: le regioni e gli altri enti territoriali coinvolti stanno mettendo in fila quanto fatto e di certo si può dire …