Molti ponti sono ancora chiusi (ora tocca a quelli della Bassa), la viabilità è ancora stentata, ma un primo bilancio dell’allerta fiumi può già essere tracciato. Innanzitutto ci siamo trovati di fronte a un’ondata di piena eccezionale: tutta la neve caduta nei giorni scorsi in Appennino si è sciolta in poco tempo per un rialzo termico inedito per dicembre e in concomitanza delle piogge cadute abbondanti (in un anno tra i più siccitosi di cui si abbia ricordo). I fiumi si sono rapidamente ingrossati e una “piena storica” è arrivata a valle con le conseguenze che abbiamo visto, non solo nella nostra provincia: qui, “si é tenuto a botta” rispetto a quanto accaduto a Colorno (Parma) e Brescello (Reggio Emilia), che stanno pagando un prezzo più alto (la Regione ha, comunque, già dichiarato che chiederà lo stato di emergenza). Se da una parte, quindi, diventa pressoché impossibile negare i cambiamenti climatici in atto (a Bologna, la sera di lunedì, sono stati registrati 17 gradi!), dall’altro dobbiamo riconoscere alla macchina della Protezione civile di avere ben lavorato, con impegno, con determinazione, con competenza. Sia gli amministratori, che i tecnici che i tanti volontari hanno seguito minuto per minuto l’evolversi della situazione. Il colmo della piena è ora nella Bassa dove i fiumi continuano a essere sorvegliati speciali. E’ vero, ci sono stati disagi, ma il sistema ha tenuto. Ancora una volta, si conferma che una buona prevenzione è sempre meglio della cura a posteriori.
Pubblicato il 13 Dicembre 2017