Modelli che si perpetuano, improvvisi balzi in avanti e qualche retromarcia. Il mondo delle donne visto dalla cronaca di questi giorni ci consegna un bilancio in chiaroscuro. L’ultima tornata amministrativa registra un arretramento nel numero di donne elette sindaco: 101 su 836 Comuni (il 12%, che scende al 9% se si considera solo i capoluoghi di provincia). Nell’editoria, d’altro canto, si assiste ad un vero e proprio boom di libri per bambini dedicati alle figure delle “grandi” donne, quelle che hanno messo il proprio impegno per sconfiggere gli stereotipi, far valere i propri talenti e la propria forza di volontà. Da Ipazia a Samantha Cristoforetti, passando per Rosa Parks, donne di tutto il mondo, modelli positivi da proporre alle bambine e ai bambini per provare a costruire un futuro che riconosca finalmente pari dignità ad entrambi i generi. E, poi, questa storia delle donne “reggi-ombrello” a Sulmona. Una opinabile scelta degli organizzatori (poco previdenti? molto maschilisti? inutilmente servili verso gli importanti relatori presenti?), ma secondo il famoso detto che “un’immagine vale più di cento parole”, questa immagine ci consegna un doppio messaggio. Tutti i relatori, quelli che hanno il compito di spiegare e approfondire, sono uomini. Tutti i portatori di ombrello, quelli a cui è affidato il compito di “cura”, sono donne. Non sappiamo se alcuni uomini, o alcune donne si siano sentiti in imbarazzo dalla scelta degli organizzatori, sicuramente qualcuno (sia uomini che donne) avrebbe volentieri preferito prendersi qualche goccia di pioggia, se avesse potuto vedere dall’esterno quale quadro d’insieme andavano rappresentando. Preferisco comunque pensare che il nostro Paese stia crescendo giovanissime generazioni a cui finalmente vengono proposti modelli di comportamento non stereotipati, ma è indubbio che la realtà odierna è molto più vicina alla foto di Sulmona: tante donne che portano un ombrello e troppo poche che fanno il sindaco.
Pubblicato il 4 Luglio 2017