E’ la versione digitale del vecchio commento “Sì, sì, è vero, lo dicono tutti”. Un ragazzino, ma anche un adulto, su tre è convinto che se una notizia social è molto condivisa, oppure ha molti “like”, deve essere per forza vera. E’ grazie a questo atteggiamento che prospera il paradiso delle “fake news”, le bufale della rete, solo all’apparenza innocue. Grazie a organizzazioni in grado di manipolare grandi quantità di dati personali, lo abbiamo visto nella recente campagna presidenziale statunitense, con le “fake news” si è in grado addirittura di pilotare il consenso di masse di elettori, figurarsi il resto, dalle abitudini di consumo al sentiment su singole questioni. Oggi, nella giornata del Safer Internet Day, Save The Children e Telefono azzurro mettono in guardia contro la navigazione passiva e inconsapevole sul web e i social. Che gli adulti siano inermi di fronte ai pericoli della rete è esperienza comune. Preoccupa ancora di più che lo siano anche i nostri ragazzi, nativi digitali, iperconnessi fin dall’infanzia, apparentemente abili nell’uso delle tecnologie. E, invece, ci dicono da Telefono Azzurro, anche su questo fronte è fondamentale l’attenzione delle famiglie e l’alleanza con la scuola. Già dagli 11 anni, questi pre-adolescenti sono dotati di smartphone. Fino ad ora, ci si è preoccupati soprattutto di un uso scorretto durante le ore di lezione. Ma copiare i compiti o giocare invece che prestare attenzione alla lezione sono, forse, il male minore poiché il cyberbullismo, il sexting (postare immagini intime personali) e il sextortion (estorsioni a sfondo sessuale) sono fenomeni in continua crescita, con potenziali gravi conseguenze per i singoli (come dimostrano anche recenti casi di cronaca) che si sviluppano in una generale inconsapevolezza. Secondo una recente ricerca dell’Università La Sapienza di Roma, la stragrande maggioranza degli adolescenti pensa che insultare, in rete, si possa. In fondo, non c’è contatto fisico, e, quindi, non c’è violenza. E’ su questo brodo di coltura che prosperano i discorsi d’odio, piaga dell’uso dei social (ma anche sociale). La lotta portata avanti dalla presidente della Camera Laura Boldrini contro le “fake news”, le parole d’odio e gli insulti sessisti in rete assume, sempre più, i connotati e la sostanza di una lungimirante battaglia di civiltà.