Quanto il tentativo di pilotare dall’alto finisce in débâcle. Vale per Grillo, ma vale anche per Verhofstadt. Entrambi avevano mire altre, rispetto alla motivazione politica, per creare un unico Gruppo al Parlamento europeo. Entrambi, abbastanza sorprendentemente viste le derive populiste vincenti negli ultimi anni, sono rimasti con il cerino in mano e sono state proprio le argomentazioni politiche a prevalere. Gli iscritti del M5stelle avevano votato per l’abbraccio con Alde, ma lo stesso Di Maio, vista l’assoluta incongruenza politica dei due programmi, aveva cercato di buttarla sul tatticismo, parlando di un’operazione tecnica e non politica. Verhofstadt, che aveva cercato la sua personale resurrezione politica rimpolpando numericamente il suo Gruppo, si è visto contestato dalle delegazioni dei più importanti Paesi europei. Qui non c’è stata la fantomatica rivolta dei Poteri forti, come ha cercato di argomentare Grillo. Gli opportunismi di entrambe le fazioni sono semplicemente naufragati in un sussulto della politica dei valori e dei principi. Forse c’è ancora speranza per questa Europa…