100mila donne, sabato pomeriggio, a Roma, sono scese in piazza all’insegna dello slogan “Non una di meno”. Per tutta la giornata sono stata impegnata, a Bologna, nel seminario nazionale promosso dal Partito democratico sui temi dell’università, se no, come certamente sa chi mi segue sul blog o su fb, sarei stata in piazza, insieme alle altre, per ribadire un no deciso alla violenza sulle donne. Una vera e propria emergenza nazionale, come anche gli ultimi dati ci dimostrano. Una emergenza sulla quale, comunque, anche se con fatica, cominciano a convergere azioni e risorse. Nelle ultime settimane sono arrivate a compimento alcune iniziative su cui il Governo e il Parlamento sono impegnati da tempo. E’ chiaro che c’è ancora tanto da fare, soprattutto per provare a cambiare una mentalità che è, purtroppo, trasversale alle classi sociali, alle etnie, alle fasce d’età, ma passi in avanti sono stati certamente compiuti.
Provo a elencarne gli ultimi in ordine di tempo:
- Come previsto dal Piano nazionale, sono stati finalmente insediati e convocati la Cabina di regia e l’Osservatorio contro la violenza di genere che stanno ormai lavorando con regolarità.
- E’ appena stato firmato il nuovo Piano di riparto delle risorse, d’intesa con le Regioni. Si tratta di oltre 18 milioni di euro per il prossimo biennio per finanziare l’attività dei centri anti violenza e le case rifugio. A queste risorse si aggiungono i 12 milioni di euro con i quali sono stati finanziati 66 progetti dei centri anti violenza in tutta Italia, a seguito della chiusura del bando dello scorso marzo. Altri 13 milioni saranno oggetto di un nuovo bando destinato a case rifugio e centri anti violenza al fine di intensificare iniziative per la protezione, l’autonomia abitativa, il reinserimento lavorativo delle vittime.
- Sempre di intesa con Regioni, Anci e Reti dei centri e delle associazioni, sono stati stabiliti nuovi criteri di rendicontazione delle risorse per garantire più efficienza nell’impiego e maggiore trasparenza per i cittadini.
- Il Dipartimento per le Pari opportunità ha messo a bando 5 milioni di euro per progetti nelle scuole, per prevenire ogni forma di discriminazione e violenza sulle donne. Sono appena stati siglati un accordo tra il Dipartimento e l’Istat per la creazione di una banca dati nazionale e un nuovo protocollo di intesa con Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato, finalizzato soprattutto alla formazione del personale. Il Dipartimento sta, inoltre, lavorando con l’Accademia della Crusca sul linguaggio di genere.
- Grazie ad emendamenti promossi anche dal Gruppo Pd alla Camera, nella Legge di bilancio sono stati previsti 5 milioni in più per il Piano nazionale e i centri antiviolenza, che si sommano ai 60 milioni aggiuntivi per le Pari opportunità, già stanziati dal Governo nella Legge di bilancio per il 2017. Inoltre, sempre grazie ad emendamenti alla Legge di bilancio, il congedo retribuito per le donne vittime di violenza è stato esteso alle lavoratrici autonome. Senza dimenticare la possibilità per gli orfani di femminicidio di accedere al fondo risarcimenti.