Noi che l’abbiamo vissuto, possiamo comprendere l’angoscia, la paura e il panico che devono aver colto gli abitanti dei paesi che da ieri sera sono colpiti da una nuova significativa crisi sismica. Stavano cominciando a progettare la ricostruzione dopo le scosse di agosto e adesso sono ripiombati nella fase di emergenza. Quella durante la quale si vive alla giornata, si prova a dare un senso ad eventi che un senso pare non ce l’abbiano. Ecco, questo è un punto cruciale, perché se non diamo un senso a ciò che stiamo vivendo allora non possiamo superarlo ed anzi ne diventiamo succubi. Nasce anche da questa considerazione il mio interesse per la proposta di legge sul sostegno alle Scienze geologiche della collega Mariani, della quale sono relatrice e che speriamo di riuscire ad approvare in via definitiva (auspichiamo davvero in tempi rapidissimi) e di cui ho già parlato ieri, in occasione dell’approvazione da parte del Senato. Perché dare un sostegno alle scienze geologiche, aiutando i giovani che voglio studiare queste discipline e assegnando risorse alle ricerca in questo campo, significa anche avere maggiori strumenti per meglio comprendere i fenomeni sismici, per meglio conoscere cosa c’è sotto i nostri piedi, per meglio capire come si comporteranno le faglie attive dell’Italia e quindi poter reagire in modo conseguente, a partire dalla realizzare di edifici, e infrastrutture che non crollano sulla testa dei residenti o di chi vi si reca per lavoro o per altri mille motivi. Insomma, ci aiuterà a dare un senso a quello che sta accadendo, quindi a comprenderlo e ad affrontarlo. I terremoti fanno tanta paura, ma quello che dobbiamo temere di più – anche perché è difficile averne contezza preventiva – sono i manufatti dell’uomo realizzati come se l’eventualità di un terremoto non esistesse…
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