Una donna – indipendentemente dal ruolo, dall’età o dal motivo per cui se ne parla – è sempre, e invariabilmente, una “zoccola” o una “puttana”. All’uomo, invece, per insultarlo, si associano carenze psico-fisiche (mongoloide, cerebroleso) o comportamenti omosessuali (frocio, culattone). Il vero bersaglio, però, sono le donne. L’Italia è un Paese profondamente misogino, soprattutto quando il singolo “sputasentenze” può “non metterci la faccia” come accade online. E’ il preoccupante risultato di una ricerca promossa dall’associazione no profit Vox, Osservatorio italiano sui diritti, in collaborazione con le università di Milano, Roma e Bari, che ha analizzato oltre due milioni di tweet scritti in Italia nei primi sei mesi del 2014. Ne è derivata una vera e propria “mappa dell’intolleranza” dove a primeggiare come bersagli per le invettive sono proprio le donne: oltre un milione di tweet contiene commenti misogini e insulti a sfondo sessuale. Seguono i diversamente abili, presi come parametro per le offese molto di più che gli immigrati o gli omosessuali. Piccola consolazione (ma veramente piccola): l’Italia centrale, quella da dove provengo, è la più pacata. Non che sia terra virtuosa in assoluto – spiegano gli estensori della ricerca – ma tra Toscana, Emilia-Romagna e Umbria i tweet che contengono ingiurie sono un numero inferiore rispetto ad altre aree del Paese. La mappa dell’intolleranza, comunque, testimonia di quanto sia diffusa la sub-cultura sessista e violenta. Proprio in questi giorni che celebrano il diritto passivo e attivo al voto conquistato dall’elettorato femminile, la cronaca e l’analisi sociologica ci consegnano l’immagine di un Paese incapace di intrecciare rapporti paritari tra donne e uomini. La rete, poi, complice l’anonimato garantito dalla tastiera, amplifica a dismisura comportamenti e sentimenti. Un quotidiano, proprio oggi, racconta gli insulti raccolti da una ragazza che aveva tentato di condannare l’omicidio di Sara Di Pietrantonio: i più moderati, tra i commentatori, erano quelli che chiedevano rispetto per i parenti e gli amici dell’omicida! Ma che “Bel Paese”!
Pubblicato il 7 Giugno 2016