“Credo che l’ostentazione di svastiche, saluti romani e gadget con l’effigie di Hitler e Mussolini vadano sanzionati: davanti a queste rappresentazioni, che si ispirano alle finalità antidemocratiche proprie del disciolto partito fascista, non possiamo restare indifferenti”: la deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni, componente della Commissione Cultura della Camera, è firmataria dei due disegni di legge, uno del deputato Pd Di Maio e uno del deputato Pd Fiano, che sanzionano gesti e vendita di gadget che si ispirano alle ideologie fascista e nazi-fascista. Ecco la sua dichiarazione:
“Un saluto romano è davvero un gesto innocuo? Comprare una bottiglia di vino con in effigie il volto di Mussolini è come comprarne una con un tralcio di vite in etichetta? Richiami espliciti a un’ideologia e a un regime dittatoriali, violenti, razzisti, io penso, non ci debbano lasciare indifferenti. Domenica su Il Giornale Piero Ostellino stroncava la proposta di legge che sanziona la produzione e il commercio di materiale di propaganda fascista dicendo che è “da fascisti vietare i gadget fascisti”. Lunedì su Prima Pagina Modena il senatore Carlo Giovanardi banalizza la proposta di legge, riducendola a mere sanzioni per gli appassionati di francobolli storici. Io ho sottoscritto il disegno di legge stigmatizzato da Ostellino e da Giovanardi, anzi ne ho firmati due, proposti da due diversi colleghi del Pd Di Maio e Fiano. Nel rispetto dell’opinione altrui, contesto, però, il fatto di essere etichettata “fascista” perché ho sottoscritto due proposte di legge che intendono attuare pienamente la Costituzione. Esse, infatti, integrano la legge Scelba del 1952, che a sua volta attua la XII disposizione transitoria della Costituzione: si vieta la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista e si sanziona chiunque persegua finalità antidemocratiche proprie del partito fascista. Sfuggono però al perimetro della legge Scelba comportamenti più semplici, come ad esempio il saluto romano o l’attività commerciale e di produzione attuale di gadget o oggetti che rievocano esplicitamente l’ideologia e la retorica del regime fascista o nazifascista. Con buona pace di Giovanardi, non stiamo parlando di fermare il collezionismo storico, né tanto meno lo studio e la raccolta di documenti d’epoca. E’ chiaro che la ricerca storica deve procedere senza veli e senza ipocrisie, anche su temi quali la estesa, trionfale e potente adesione degli Italiani al fascismo. Rispetto, onoro ed esalto il diritto alla libertà di espressione e di opinione, ma non oltre il limite dell’accettazione di idee violente, autoritarie, xenofobe… Ecco perché credo che l’ostentazione di svastiche, saluti romani e gadget con l’effigie di Hitler e Mussolini vadano sanzionati. Davanti a queste rappresentazioni, che si ispirano alle finalità antidemocratiche proprie del disciolto partito fascista, non possiamo restare indifferenti (nel senso che attribuiva Gramsci all’indifferenza…)”.