Anno: 2015

Imu case inagibili, parlamentari Pd “Siamo già al lavoro” – comunicato stampa 23.03.15

    I parlamentari modenesi del Pd Davide Baruffi, Manuela Ghizzoni e Stefano Vaccari ribadiscono il proprio impegno a favore delle zone terremotate e per l’ulteriore proroga dell’esenzione del pagamento dell’Imu sulle case rese inagibili o danneggiate dal sisma. Ecco la loro dichiarazione:   «Sul tema dell’Imu sulle case rese inagibili dal sisma rivendichiamo con orgoglio che  le uniche misure concrete in aiuto dei proprietari sono state ottenute grazie al lavoro dei parlamentari del Partito democratico. Se il pagamento dell’Imu e della Tasi sono sospese per il primo semestre del 2015 è solo grazie a un emendamento alla Legge di stabilità contenuto nel pacchetto-sisma presentato al Senato dai parlamentari emiliani Claudio Broglia e Stefano Vaccari. Lo stesso era già  avvenuto nel 2014, sempre grazie all’iniziativa dei parlamentari modenesi. Nell’emendamento Broglia-Vaccari era compreso anche un obbligo di monitoraggio del patrimonio immobiliare inagibile o danneggiato, essenziale per il prosieguo del nostro impegno. Stabilire l’esatta platea degli aventi diritto ci consentirà di contrapporre ragioni forti alla Ragioneria dello Stato che si è opposta alla nostra prima richiesta di …

“Un fantasma nella classe”, di Vittorio Lingiardi – Il Sole 24 Ore 22.03.15

Un fantasma si aggira per le scuole italiane: l’«ideologia del gender», detta anche «propaganda omosessualista». Sentinelle spesso in piedi, cardinali apocalittici («il nichilismo, annunciato più di un secolo fa, si aggira in Occidente, fa clima e sottomette le menti») e genitori allarmati temono che i figli possano ricevere insegnamenti in grado di distorcere le loro menti. Per esempio che i concetti di mascolinità e femminilità sono costruzioni sociali che dipendono dai contesti storici e culturali, che la complessità delle relazioni non si esaurisce nelle dicotomie di sesso (maschio/femmina) e genere (uomo/donna), addirittura che alcuni loro compagni di classe potrebbero essere figli (contenti) di (buoni) genitori (ancorché) omosessuali. Pare che queste pericolose affermazioni abbiano oggi diritto di cittadinanza non solo presso l’American Psychological Associationo l’American Academy of Pediatrics, ma anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità e persino l’Onu, l’Unesco e l’Unicef. E che l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali a difesa delle differenze (Unar, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le pari opportunità), sostenuto da una raccomandazione del Consiglio d’Europa, abbia in cantiere di proseguire la programmazione di …

“Se la famiglia diventa un inferno”, di Rossella Diaz – Gazzetta di Modena 22.03.15

Donne strappate alla vita senza distinzione di ceto sociale, età anagrafica, estrazione culturale. Nord e Sud Italia. Il femminicidio è un neologismo che indica ogni forma di discriminazione e violenza posta in essere contro la donna “in quanto donna”. Ma nella vita reale, il femmincidio è ossessione, amore malato, morte. Il 70 per cento circa delle uccisioni femminili avviene in ambito familiare. Ùn fenomeno fortemente connotato che trae origine dallo squilibrio nei rapporti di genere. Non si tratta di epidemia o emergenza, ma è ormai fenomeno endemico, con radici profonde nella nostra società. Sentiamo spesso parlare di “delitto d’amore”, “amante incompreso”, “passione impazzita” concetti che vanno scardinati dalle nostri menti, occorre avere il coraggio di chiamare queste azioni per quello che sono, omicidi. È allarmante constatare che i più raccapriccianti e mostruosi fatti di cronaca sono commessi da mariti, padri, ex fidanzati: persone che dovrebbero proteggere, tutelare, rispettare, e che invece con ferocia, tolgono di mezzo senza esitare chi ai loro occhi, è ormai divenuto solo un ostacolo. In appena tre mesi dall’inizio dell’anno sono …

“I legami tra politica e burocrazia”, di Massimo L. Salvadori – La Repubblica 22.03.15

La bagarre scoppiata intorno all’ asse di potere Lupi-Incalza ha portato in primo piano nel dibattito pubblico la questione dei rapporti inquinati tra politica e burocrazia. Nel nostro Paese essa ha una storia senza fine e rappresenta un capitolo centrale nelle vicende legate alla corruzione. Non ci si può dunque meravigliare che in Italia la parola “burocrazia” equivalga a una parolaccia, sia sinonimo di un’arroganza che fa dei cittadini delle persone perennemente frustrate a causa dei bastoni messi tra le ruote di chiunque voglia combinare qualcosa di buono, di una inefficienza pianificata per consentire manovre a beneficio di corruttori e corrotti. Là dove la burocrazia è stata tradizionalmente sentita come un potere opprimente posto al servizio delle classi dominanti, si è progettato di sopprimerla e di liberarsene una volta per tutte sostituendola con l’autogoverno. Fu questo l’obiettivo di Marx, di Lenin — il quale, guardando alla pessima burocrazia zarista, nella Russia del 1917 teorizzò che il proletariato vittorioso avrebbe distrutto alle radici l’apparato burocratico così che “nessuno possa diventare un burocrate” — e anche di Mao …

“Per crescere prima e meglio ci vuole più «womenomics»”, di Fabrizio Galimberti – Il Sole 24 Ore 22.03.15

Quali sono le fonti della crescita economica? Per crescere ci vogliono braccia, macchine e cervelli. Le braccia sono l’occupazione, il lavoro; le macchine sono il capitale: macchinari, case, capannoni, ponti, strade…; i cervelli (terzo e importante elemento) sono la produttività: quella “polverina magica” di cui abbiamo parlato in passato (Il Sole Junior, 30 giugno e 7 luglio 2013) che combina lavoro e capitale in modi sempre più produttivi, con il progresso tecnico, l’organizzazione del lavoro, la qualità delle istituzioni… Abbiamo dimenticato un altro fattore di produzione: le risorse, cioè terra, mari, minerali…. Ma oggi vogliamo concentrarci sulle… donne. Cosa c’entrano le donne con la crescita? C’entrano, eccome. Perché, quando si parla di braccia e di cervelli, questi fattori della produzione possono essere declinati al maschile e al femminile. Il capitale umano è forse il capitale più importante di tutti e per far crescere l’economia bisogna che questo capitale sia (come si diceva del rancio dei soldati) “ottimo e abbondante”. Il capitale umano (braccia e cervelli) crea il capitale fisico (macchine e costruzioni) ed elabora la …

“Cultura è libertà di ricercare”, di Giovanni Maria Flick – Il Sole 24 Ore 22.03.15

L’art. 9 della Costituzione disegna uno strano e originale “trittico” di valori (tutti fondamentali e riguardati come “tipizzanti” del volto costituzionale dello Stato-apparato e dello Stato-collettività), rispetto ai quali i compiti della Repubblica vengono ad essere scanditi secondo direttrici apparentemente non sintoniche fra loro. C’è la «cultura», che deve essere sviluppata; la «ricerca scientifica e tecnica» che deve essere promossa; il «paesaggio ed il patrimonio storico e artistico» che devono infine essere tutelati. Sembrerebbe, quindi, che, mentre la “cultura” viene vista dalla Costituzione come un quid mai compiuto, ma sempre in divenire e da accrescere, la ricerca non abbia una sua dimensione diacronica, quantificabile secondo un più o un meno, ma debba semplicemente essere assecondata: quasi una funzione maieutica dello Stato, che ne deve accompagnare l’incedere, lasciando a chi si occupa di ricerca stabilire l’an, il quid ed il quomodo. Paesaggio e patrimonio storico e artistico sono invece visti nella loro prospettiva statica: vanno solo tutelati, quasi a farne un “museo” (all’aperto o al chiuso non importa). Eppure, cultura, ricerca e patrimonio storico e artistico non appaiono elementi scollegati all’interno del …

“È la distruzione della civiltà araba la vera strategia del falso Califfo” di Tahar Ben Jelloun – La REpubblica 21.03.15

La Tunizia è nota per i suoi gelsomini, le sue terrazze affacciate sul mare, la sua ospitalità e la volontà di essere l’elemento femminile nel Maghreb — se, come dice il proverbio, l’Algeria è un leone e il Marocco un uomo. Di fatto, per chi viene dall’Algeria, ove la vita è piuttosto dura, soprattutto dopo la terribile guerra condotta per strappare la sua indipendenza, la Tunisia appare come un porto di pace, dolcezza e vita serena. Per questo molti turisti hanno apprezzano questo Paese, fino all’attentato del 2002 contro la Sinagoga di Djerba, città nota per le sue attrattive turistiche e la sua buona cucina. In quel periodo il Paese era sotto il pugno di ferro di Ben Ali e della sua onnipresente polizia. La quale però non impedì il massacro di 14 tedeschi, 2 francesi e 5 tunisini periti in quell’attacco, che già allora voleva essere un avvertimento, destinato a tener lontani i turisti. Il Paese rimase sotto shock, incapace di comprendere il perché di quest’azione tesa a rovinarlo: senza turismo la Tunisia si …