«Perché chi si straccia oggi le vesti per i diritti degli studenti italiani, a loro dire lesi dalla scelta dell’Ateneo bolognese, non protestò contro l’inadempienza dei governi nazionali di centro-destra verso le politiche per il diritto allo studio?» Se lo chiede la deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni, componente della Commissione Istruzione della Camera, replicando a chi ha sollevato polemiche contro l’iniziativa dell’Università di Bologna, che aprirà i propri corsi ai richiedenti asilo. Ecco la sua dichiarazione:
“La scelta del Senato accademico di Bologna e del suo rettore è un fatto concreto e positivo, ispirato alla missione che da secoli orienta gli studi universitari per il progresso della società. Una scelta, fra l’altro, che accomuna l’Università bolognese a prestigiosi atenei come quello di Basilea, dove grazie all’iniziativa di alcuni studenti è stato promosso un analogo progetto. Consentire ai profughi richiedenti protezione internazionale o umanitaria di iscriversi ai singoli corsi dell’Ateneo, senza attendere che il lungo iter burocratico sancisca ufficialmente il loro status di rifugiato, è iniziativa lungimirante e da sostenere. Essa va a vantaggio sia degli studenti sia del nostro Paese, grazie all’acquisizione e alla circolazione di maggiori conoscenze e competenze diffuse, che favoriscono il contesto all’integrazione. Peraltro, in molti casi i richiedenti asilo hanno dovuto abbandonare i propri percorsi di studio nel paese d’origine: frequentare nuovamente l’università significa offrire l’opportunità di riprendere da dove si è stati costretti ad interrompere. A chi si straccia le vesti oggi, ritenendo che questa iniziativa dell’ateneo bolognese sia lesiva dei diritti degli studenti italiani, forse va ricordato che l’impegno a corrente alternata è ideologico e propagandistico, dato che non si ricordano analoghe proteste nei confronti dell’inadempienza dei governi nazionali di centro-destra verso le politiche per il diritto allo studio, strumento indispensabile per garantire l’accesso agli studi universitari di giovani “meritevoli anche se privi di mezzi”. Obiettivo costituzionale, che dovremmo tutti tenere come orizzonte. L’inadempienza di allora ha determinato una china che si sta oggi faticosamente risalendo, anche grazie alle decisioni assunte, da ultimo, all’interno della Legge di Stabilità ora in discussione alla Camera, come l’incremento di 55 milioni del Fondo per le borse di studio, che nel 2016 supererà così i 210 milioni. Risorse, lo ricordiamo, che consentiranno appunto di riconoscere anche economicamente i risultati degli studenti meritevoli. Anche questo è un fatto concreto. Il resto sono parole e vuote polemiche.”