L’Aula della Camera ha approvato il cosiddetto decreto Musei contenente “misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione”. Con questo provvedimento si inserisce la Cultura tra i livelli essenziali delle prestazioni e l’apertura al pubblico di musei e luoghi della cultura tra i servizi pubblici essenziali oggetto di specifica regolamentazione in caso di scioperi. “In questo modo – spiegano i deputati modenesi del Pd Davide Baruffi, componente della Commissione Lavoro e Manuela Ghizzoni, componente della Commissione Cultura – la Cultura entra a pieno titolo tra i servizi da assicurare a tutti i cittadini della Repubblica e si contemperano due diritti, quello allo sciopero e assemblea dei lavoratori e quello a usufruire dei beni culturali dei cittadini e dei turisti”. Il provvedimento passa ora al vaglio del Senato. Ecco la dichiarazione di Davide Baruffi e Manuela Ghizzoni:
“Non solo la Cultura entra tra i livelli delle prestazioni essenziali (i cosiddetti LEP) per tutti i cittadini della Repubblica e la tutela e la fruizione del patrimonio culturale tra i servizi essenziali, ma per la prima volta dopo anni, nella Legge di stabilità, vengono stanziate maggiori risorse destinate proprio al capitolo cultura, in particolare alla tutela del patrimonio culturale. Si tratta di una battaglia storica del Pd che perdemmo quando al governo c’era il centrodestra e che oggi, finalmente, siamo riusciti a conseguire. Che la Cultura venga ricompresa ora sia nei LEP sia nei servizi pubblici essenziali, come la scuola, la sanità o il trasporto pubblico, non mortifica i diritti dei lavoratori, semplicemente contempera i diritti di tutti i soggetti coinvolti: il diritto di sciopero e assemblea dei lavoratori e il diritto di usufruire del patrimonio artistico e culturale di turisti e visitatori. Nella conversione del testo alla Camera abbiamo poi inserito il concetto di “apertura regolamentata” di musei e luoghi della cultura che significa che le procedure saranno oggetto di negoziazione tra le parti come avviene per gli altri servizi pubblici. Abbiamo, poi, chiesto anche al Governo di essere coerente con le sue scelte: se la cultura è un servizio essenziale, allora deve poter contare su risorse certe. E, in effetti, nella Legge di stabilità vengono stanziati 150 milioni di euro da destinare al settore, nuovi fondi per la tutela del patrimonio, per i grandi progetti culturali, per l’assunzione di 500 professionisti tra antropologi, archeologi, architetti, archivisti, bibliotecari, esperti di promozione e comunicazione, restauratori e storici dell’arte. Professionalità di alto livello che concorreranno alla tutela e alla valorizzazione del nostro patrimonio monumentale e culturale. Abbiamo certamente migliorato un provvedimento utile, ma piuttosto divisivo, anche per le circostanze che lo avevano generato. Ma soprattutto abbiamo chiesto e ottenuto un conseguente impegno sulla Cultura. Dopo anni in cui si è sostenuto il contrario, oggi si dimostra che “con la cultura si mangia”.