“Per una scuola rinnovata, più ore nel programma per studiare la storia e più insegnanti preparati per insegnarla”: è questo il tema dell’incontro pubblico, organizzato dall’Anpi di Nonantola, per questa sera lunedì 11 maggio, a cui prenderà parte la deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni, componente della Commissione Istruzione della Camera, insieme al docente universitario Luigi Guerra e alla presidente provinciale dell’Anpi Aude Pacchioni. L’appuntamento è a Nonantola, presso la sala dei giuristi del palazzo della Partecipanza, dalla ore 20.45. Ecco la dichiarazione di Manuela Ghizzoni:
“Questa sera parteciperò a Nonantola all’iniziativa promossa dall’Anpi, insieme a Luigi Guerra, direttore del Dipartimento Scienze Educative dell’Università di Bologna, e Aude Pacchioni, presidente provinciale dell’Anpi. Si parla di scuola, memoria e storia, soprattutto di quella storia recente per cui l’Anpi chiede, da tempo, una presenza maggiore nei programmi. E’ vero, c’è un “analfabetismo” da colmare (purtroppo, non solo tra gli studenti), che non può essere affrontato però solo con l’aumento delle ore di programmazione didattica. La domanda potrebbe essere, oggi: come fare storia e fare memoria a vantaggio degli studenti? Abbiamo affrontato l’idea di un “metodo” nel testo della risoluzione sul 70esimo della Liberazione, promossa dai deputati Pd della Commissione Istruzione, su cui il Governo si è recentemente impegnato. Alla base c’è la distinzione tra storia, che è ricerca e studio, e memoria, che è la presa in carico di quanto la storia ci racconta e quindi una trasmissione di responsabilità. Dobbiamo quindi fare in modo che storia e memoria possano incontrarsi e intrecciarsi. Questo accade più facilmente con la collaborazione attiva tra le scuole e gli altri enti del territorio che hanno un mandato educativo o di ricerca sulla storia contemporanea (penso alla stessa Anpi, all’Istituto Storico, alla Fondazione Fossoli, a Villa Emma…), che mettono a disposizione i loro strumenti di indagine e la loro costante innovazione progettuale. Insomma la contaminazione tra l’insegnamento della Storia e l’attività laboratoriale, che può portare i ragazzi fuori dalle aule, per leggere documenti d’archivio, per incontrare e intervistare i testimoni, per conoscere i luoghi della memoria. L’importante attività preparatoria che precede l’esperienza del “Treno per Auschwitz” ne è un esempio. E queste nuove modalità ben si inseriscono nel quadro generale del Piano dell’offerta formativa, di cui stiamo discutendo ora nell’ambito del progetto di riforma della scuola. Il Pof, secondo le nuove linee, dovrà ispirarsi a una serie di obiettivi formativi prioritari, tra cui ci sono lo sviluppo di competenze di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell’educazione interculturale e alla pace per il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno all’assunzione di responsabilità nonché la solidarietà e cura dei beni comuni e la consapevolezza dei diritti e dei doveri. Perché la storia, al pari di tante altre materie, davvero si può imparare facendola.”