Mese: Aprile 2015

“Quel piccolo film che ci insegna ad amare i down”, di Michela Marzano – La Repubblica 05-04.15

È un video pieno di complicità e di amore quello che Giacomo realizza con il fratello Giovanni, un bimbo di 12 anni con sindrome di down. È un video che commuove e fa ridere. Ma è, soprattutto, un video estremamente coraggioso che fa a pezzi i pregiudizi. ECHE , in pochi minuti, è capace di ribaltare i ruoli e stravolgere le aspettative. Al punto che, dopo un po’, nessuno spettatore sa più quale dei due fratelli sia quello “normale” e quello “anormale”, quello “sano” e quello “malato”. Certo, all’inizio ci sono ben poche sorprese. Il “diverso” è senz’altro Giovanni. È lui che si inceppa. Lui che risponde a casaccio. Lui che perde il filo e sembra proprio non potercela farcela a superare il colloquio di lavoro messo in scena dal fratello. Non sarà mai assunto, pensiamo tutti. Poi però, pian piano, i ruoli si invertono. Ed è proprio Giovanni ad incantarci, con quell’autenticità e con quella gioia di vivere di cui forse i “normali” non sono più capaci. Allora perché all’inizio, guardando Giovanni, non possiamo …

“Manuela Ghizzoni: la conoscenza ti rende libera di scegliere”, di Jessica Bianchi – Tempo 02.04.15

Questa storia inizia nel 2001 con una diagnosi di tumore al seno. A raccontarcela è l’onorevole Manuela Ghizzoni. Una donna che, come tante, ha lottato contro la malattia e, con coraggio e consapevolezza, ha poi deciso di intervenire radicalmente, sottoponendosi dapprima a un intervento di asportazione dell’utero e delle ovaie e, successivamente, a una mastectomia. “Avevo solo 39 anni quando, durante un’autopalpazione mi sono resa conto che qualcosa non andava. Solo quattro mesi prima, l’esame al quale mi ero sottoposta non aveva rilevato nulla di anomalo… Nel maggio del 2001 ho intrapreso la consueta procedura: intervento chirurgico, chemioterapia, radioterapia. Dal momento che mia madre e mia zia erano entrambe ammalate di cancro al seno, il dottor Fabrizio Artioli mi disse che una volta terminato il ciclo di cura avrei dovuto eseguire un test genetico. Risultai positiva al gene Brca1 e Brca2. La dottoressa Cortesi dell’Ambulatorio onco – genetico mi mise di fronte a un ventaglio di possibilità: un’intensificazione dei controlli al seno e alle ovaie oppure tra le opzioni (che peraltro rappresentano la prassi nei …

Nomine, parlamentari Pd “Grazie a Gabrielli per il lavoro svolto” – comunicato stampa 02.03.15

I parlamentari modenesi del Pd Davide Baruffi, Manuela Ghizzoni e Stefano Vaccari ringraziano il responsabile della Protezione civile Franco Gabrielli, nuovo prefetto di Roma, per l’importante lavoro svolto in occasione delle calamità naturali che, purtroppo, a più riprese, hanno colpito le nostre terre. Ecco la loro dichiarazione: “Desideriamo ringraziare Franco Gabrielli per l’importante lavoro svolto come responsabile della Protezione civile nazionale, negli ultimi anni, nelle nostre terre a più riprese colpite da calamità naturali. Terremoto ed alluvione, in particolare, hanno visto la presenza rapida, fattiva ed efficace di Gabrielli. In quelle occasioni abbiamo potuto apprezzarne la solida preparazione tecnica, le capacità di guidare una struttura complessa e la genuina preoccupazione per le vittime delle calamità. Tutte qualità che ne fanno un uomo di Stato preparato ad affrontare la complessa organizzazione del prossimo Giubileo. Se la Capitale, quindi, guadagna una figura di “straordinaria preparazione” come ha già commentato il sindaco Marino, l’auspicio è che si scelga una successione alla Protezione civile in grado di garantire continuità al lavoro da lui svolto, premiando magari figure interne al …

“L’astrofisico italiano in copertina su Nature “Per fare scienza è bello avere 30 anni””, di Silvia Bencivelli – La Repubblica 01.04.15

Ha risolto uno dei misteri dell’Universo: dove sono le stelle che mancano al conto? E si è guadagnato la copertina di Nature . Francesco Tombesi ha trentatré anni, è marchigiano ma ha studiato a Bologna e adesso è astrofisico alla Nasa, assistant research scientist all’università del Maryland, e associato Inaf. Abita in America da cinque anni e ha appena richiesto la carta verde per restarci. Ma lo ha fatto solo per necessità («mi stava scadendo il visto!»). Esiste secondo lei un’età migliore per fare scienza? «Penso che si possa fare buona scienza a tutte le età. Ma tra i trenta e i quaranta in effetti è più facile, perché si hanno più forze, più capacità di mettersi in gioco e di viaggiare per il mondo. Poi in genere gli impegni familiari a questa età sono minori. E tecnologie e social network non favoriscono i giovani rispetto agli anziani? «In media gli scienziati se la cavano bene con le tecnologie. Non dimentichiamo che il World wide web è nato al Cern per facilitare le comunicazioni tra scienziati! …