È fondamentale, accanto all’insegnamento della retorica, dedicarsi alla corretta diffusione di un linguaggio scientifico, superando la falsa dicotomia con le «humanities» Saper costruire un discorso persuasivo. Ordinare le proprie ragioni secondo una logica argomentativa in grado di suscitare l’adesione sentimentale e intellettuale dell’interlocutore. Riappropriarsi dei meccanismi del linguaggio capendone le connessioni, tanto più in presenza delle nuove strumentazioni tecniche amplificatrici all’infinito delle antiche forme espressive e gestuali. Appare oggi, cioè, più che mai indispensabile far proprie le modalità dell’antica retorica, come fu tanti secoli fa codificata da Aristotele, Cicerone, Quintiliano, perché solo conoscendone i meccanismi ci si può dotare degli antidoti in grado di farci guardare con consapevolezza critica alle tante insinuanti operazioni di manipolazione delle coscienze. Bene, dunque, ha fatto il «Domenicale» ad aprire un dibattito sul tema, auspicando una sua diffusione scolastica, in grado di insegnare ai giovani la virtù del dialogo. Quella insostituibile relazione, cioè, dove l’uso meditato della parola faccia da ponte al rapporto con l’altro e consenta, in tal modo, uno scambio di considerazioni, insieme a un intreccio di valutazioni …