Mese: Marzo 2015

“Gay Talese: non vedremo la fine del razzismo finché ci sarà la nostra generazione”, di Paolo Mastrolilli – La Stampa 07.03.15

«Niente, la mia generazione deve morire. Fino a quando questo non succederà, e non lasceremo il passo ad una più giovane e aperta, il razzismo resterà con noi. Non solo negli Stati Uniti, ma anche in Italia: non pensiate di essere diversi voi». Gay Talese c’era, cinquant’anni fa a Selma. Era andato a raccontare la marcia per il New York Times, che adesso lo ha rimandato in Alabama a ripercorrere la storia. «Ma è tutto un gioco, una photo opportunity, un’ipocrisia. Sembra che questo piccolo paese del sud sia la radice del problema, quando invece lo stesso razzismo esiste dentro di noi, ovunque nel paese. Andremo, faremo le parate, e poi torneremo alle nostre vite segregate». Qual è il ricordo più vivo che ha della marcia? «Vedere Martin Luther King combattere una battaglia di cento anni prima». Cioè? «Un premio Nobel per la pace, una figura nota in tutto il mondo, che marciava nel 1965 in Alabama per cercare di affermare gli stessi principi per cui nel 1865 era stata combattuta la Guerra civile. Nulla era …

” L’ Ue contro gli antisemiti”, di Federica Mogherini – La Repubblica 07.03.15

Caro direttore, i nostri padri usciti dall’orrore della Seconda Guerra mondiale e della Shoah, per decenni hanno tenacemente costruito un’Europa nuova, un continente di pace, di rispetto dei diritti, di tutte le religioni. Eppure i valori per cui tanti si sono battuti sono di nuovo in pericolo. E tocca alla nostra generazione ora affrontare una sfida, diventata globale, proprio a quei principi. Gli attentati a Bruxelles, a Parigi e a Copenaghen hanno scosso l’Europa, l’hanno messa di fronte al dovere di agire, di non girare la testadall’altra parte. Siamo davanti a un terrorismo che non conosce confini e ha anzi trovato terreno fertile proprio nel cuore dell’Europa. Sono messi in discussione i valori universali di libertà, di dignità e di rispetto. Sono minacciate le comunità ebraiche e per la prima volta da decenni c’è chi si sente spinto a lasciare il proprio paese per trovare riparo altrove, echi di tempi che credevamo archiviati per sempre. Dietro gli attentati vi è un crescendo di violenza di pensiero, di antisemitismo, un nuovo linguaggio per proseliti di un odio …

“Dall’Africa agli Usa: cambiamo passo o la parità di genere arriverà tra 80 anni”, di Viviana Mazza – Corriere della Sera 07.03.15

«Nessun Paese al mondo ha raggiunto la parità di genere». Colpisce, alla vigilia dell’8 marzo, questa frase di Phumzile Mlambo-Ngcuka, direttore esecutivo di «UN Women», l’agenzia Onu per l’uguaglianza di genere. Le ragioni sono naturalmente diverse: dall’Africa, dove il 70% del raccolto dipende dalle donne che pure possiedono solo il 2% della terra, agli Stati Uniti, dove Patricia Arquette ha dato voce agli Oscar alla battaglia per la parità di salario. Riconoscerlo non vuol dire negare gli enormi passi avanti fatti negli ultimi vent’anni: molte nazioni sono riuscite aridurre il gender gap nell’istruzione (una sfida che negli ultimi anni ha trovato una nuova icona in Malala); tante più donne sopravvivono alle complicazioni durante il parto nei Paesi in via di sviluppo; nuove istituzioni e nuove leggi sono state create contro le discriminazioni; e questi sono solo alcuni esempi. Ma l’Onu osserva pure che i progressi sono stati «lenti e volubili» e per questo rilancia oggi gli obiettivi individuati nel 1995 da 189 Paesi alla Conferenza mondiale sulle donne di Pechino. La piattaforma di Pechino indicò …

“Se lei diventa informatica tra studio e tenacia la classe media è femmina”, di Maurizio Ricci – La Repubblica – 06.03.15

Il mondo è delle donne si dicono fra loro, da sempre, le donne. Nei fatti, poco più di un mantra per tenersi su. Solo che adesso è vero. O, almeno, sta diventando vero. Uno sguardo sul futuro del mondo del lavoro, il teatro per eccellenza dei rapporti sociali, ci dice che le occupazioni che innervano la società, perché su di esse si reggono le famiglie e le gerarchie sociali sono e saranno sempre più a tinte rosa. Qui non si tratta di ricchi, straricchi e di posti di comando, ma della gran massa della gente comune. In due parole, dimenticate il commesso viaggiatore che gira il paese con cappotto e valigia o il caposquadra con la tuta blu stirata di fresco. In un mondo che va uniformandosi sempre più al modello americano di economia e occupazione, l’America ci indica quasi sempre quello che ci aspetta. E l’America, oggi, dice che la classe media è femmina. Riflette in questa chiave, le tirate di Patricia Arquette alla cerimonia degli Oscar o di Christine Lagarde sul suo blog …

“L’Italia può ancora difendere «quota 4%»”, di Matteo Mantovani Benedetto Santacroce – Il Sole 24 Ore – 06.03.15

L’Iva al 4% sugli e-book, introdotta dalla legge di Stabilità 2015, non è compatibile con la normativa comunitaria. È questo l’effetto a livello nazionale della decisione della Corte Ue che ha censurato la normativa francese. Tuttavia, la normativa italiana, ancora non sottoposta a procedura di infrazione, potrebbe essere salvata o, quantomeno, difesa dall’apparente incongruità della sentenza della Corte. I giudici europei hanno risolto la vertenza contro la Francia facendo leva sul fatto che un e-book non è un libro, siccome manca dell’elemento «fisico», bensì un prodotto «intangibile» erogato tramite il web. Pertanto, considerate le sue caratteristiche oggettive, un e-book rientrerebbe nella categoria dei servizi prestati per via elettronica. La Corte non ha fatto alcun cenno alle finalità che tale prodotto è destinato a soddisfare. Infatti, un e-book, dal punto di vista dell’acquirente, è sicuramente un sostituto naturale di un libro stampato. È pacifico che un consumatore, nel momento in cui acquista un e-book, rinuncia ad acquistare un libro tradizionale. Per cui il primo sostituisce il secondo. Il fatto che l’e-book sia veicolato tramite internet e possa essere utilizzato …