Le differenze di genere nel rendimento scolastico dei quindicenni hanno radici tuttora salde nelle loro famiglie e nei comportamenti extrascolastici: la maggior parte dei genitori, rivela il nuovo studio Ocse “The ABC of gender equality in Education. Aptitude, Behaviour, Confidence” (L’ABC dell’eguaglianza di genere nella scuola. Attitudini, comportamenti, fiducia), è più incline ad immaginare per i figli maschi un avvenire in carriere tecnico-scientifiche, anche se le figlie femmine mostrano risultati uguali o addirittura migliori.
Donne ai primi posti
Sono dure a morire, le visioni preconcette: dati alla mano, nei percorsi scolastici le femmine sono sempre più spesso ai primi posti in un’ampia gamma di materie, rispetto ai loro coetanei, e là dove riescono meno bene, in particolare nella matematica, è sovente per mancanza di fiducia nelle proprie potenzialità e per conseguente, poca propensione a mettersi in gioco e a sperimentare: «Tra ragazze e ragazzi con livelli simili di fiducia in se stessi, il divario scompare. Non vi è nulla di congenito nelle differenze di capacità tra maschi e femmine» si afferma nel Rapporto appena pubblicato. Ad essere fondanti per il successo scolastico sono «atteggiamenti nei confronti della scuola, comportamenti, abitudini extrascolastiche».
Atteggiamento poco fiducioso dei maschi
Ma se per quanto concerne le ragazze, il conforto dell’approvazione genitoriale può fare una grande differenza nel riallineare il successo nelle materie scientifiche, per i loro coetanei gli àmbiti che necessitano un’azione paiono più numerosi.
Innazitutto l’atteggiamento nei confronti della scuola è mediamente più negativo rispetto a quello delle femmine. La scuola viene vista da molti adolescenti come una perdita di tempo. Da qui anche un impegno inferiore dei ragazzi sia a scuola che a casa. Fra le mura domestiche studiano mediamente un’ora in meno alla settimana rispetto alle ragazze (in Italia 3 ore in meno: 7 contro 10), laddove gli analisti dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico valutano che ogni ora di compiti a casa equivalga a 4 punti percentuali in più ottenuti nei test di lettura, di matematica e di scienze.
Le nuove generazioni leggono meno
In particolare la capacità di leggere, orientarsi in un testo e capirne elementi e messaggi fondamentali, svolge secondo l’Ocse un ruolo chiave per la riuscita scolastica in genere. Ma le nuove generazioni leggono sempre meno, in particolare i ragazzi, che preferiscono dedicare il loro tempo libero a Internet e ai videogiochi: solo in media un quarto di essi afferma di non giocare mai o quasi mai al computer e la maggior parte degli adolescenti maschi passa fino a tre ore al giorno dovanti ad un monitor, ma solo circa un’ora al giorno sui testi scolastici.
Per stimolare e al tempo stesso livellare le prestazioni di maschi e femmine, il Rapporto Ocse suggerisce una didattica basata su un approccio maggiormente orientato alla risoluzione individuale di problemi e al confronto cognitivo con contesti non noti, piuttosto che alla sola applicazione di regole in contesti predefiniti.
Ai genitori l’Ocse chiede invece di incoraggiare i propri figli a leggere di più per diletto: «Un’attività che dà i suoi frutti ben al di là della scuola».
Ai vertici dei sistemi scolastici, per sostenere le ragazze gli analisti Ocse suggeriscono di vegliare affinché i testi scolastici non convoglino preconcetti di genere. Per sostenere i ragazzi, consigliano invece di mettere in campo fra l’altro interventi mirati contro l’abbandono scolastico, che è maggiormente di segno maschile.