Mese: Dicembre 2014

"Ascoltate chi sta sul campo", di Giuseppe De Rita – Corriere della Sera 2.12.14

Forse è un falso allarme. Ma le ultime settimane, coronate da un forte quanto inatteso assenteismo elettorale, hanno rimesso in discussione l’ambizioso disegno di disintermediare il rapporto fra politica di vertice e singoli cittadini attraverso la delegittimazione delle varie sedi intermedie di confronto e di mediazione. C’erano, ci sono state, tutte le condizioni per l’affermarsi di tale disegno: l’indicazione di un indiscutibile primato della politica; una forte leadership verticistica; una sua crescente empatia consensuale; una conseguente chiara volontà di rivolgersi direttamente ai cittadini; una notevole disponibilità di strumenti di convincimento collettivo (dalle conferenze stampa alle slides e ai tweet). Naturale quindi la tentazione di fare a meno di quelle tante sedi di confronto che hanno nei decenni appesantito ed invecchiato i processi decisionali e il rapporto fra politica e collettività. Ed è naturale l’orientamento a rottamare la concertazione; a mettere in discussione la capillarità degli apparati di partito; a disconoscere il valore oggettivo delle lotte e delle strutture sindacali; a guardare con sospetto le intenzioni delle rappresentanze imprenditoriali; a rendere secondario il mondo dell’associazionismo e …

"La grande fuga dalle Regioni", di Ilvo Diamanti – La Repubblica 1.12.14

Il vincitore delle elezioni regionali in Calabria e in Emilia-Romagna è il non voto. Così hanno sostenuto molti osservatori e attori politici. In realtà, chi non vota non vince mai. In modo più o meno consapevole e volontario, sostiene e legittima le scelte di chi vota. Sicuramente, però, l’astensione è un segnale di distacco. Un indice di disagio della democrazia rappresentativa. Ma occorre interpretarlo correttamente. L’astensione alle elezioni regionali è sempre stata più elevata che alle politiche. Anche se mai come questa volta. Soprattutto in Emilia-Romagna, dove storicamente si vota per “appartenenza” politica e sociale. Se molti elettori hanno scelto di non votare, però, è perché non ne hanno sentito la necessità. Non dico il dovere, che ormai è categoria che non si addice al voto. Chi non ha votato (quasi due elettori su tre) l’ha fatto per diverse ragioni. Indifferenza, disinteresse, rifiuto. Molto meno, a mio avviso, contro il PdR. Il Partito di Renzi. D’altra parte, anche alle Europee gli elettori del Pd hanno votato per Renzi “nonostante tutto”. In questo caso, alle Regionali, cioè, …