“La Legge di stabilità, attualmente all’esame del Senato, rappresenta un’occasione importante per cominciare a imprimere la svolta di cui il sistema universitario ha un bisogno vitale”: lo dice la parlamentare modenese del Pd Manuela Ghizzoni commentando i dati dell’indagine di Flc-Cgil “Ricercarsi” che provano come in Italia ci siano troppo pochi ricercatori, un fenomeno che depaupera il complessivo sistema della conoscenza.
“I dati presentati dall’indagine ‘Ricercarsi’ sono drammatici ma non stupiscono certo chi si occupa di politiche universitarie, e saranno utili per infrangere i tanti luoghi comuni. Primo fra tutti quello secondo cui in Italia ci sono troppi ricercatori. La verità è opposta: il nostro Paese ne ha invece fame”. Lo dichiara Manuela Ghizzoni, deputata modenese del Pd e componente della Commissione Cultura della Camera, per commentare i dati di Ricercarsi, l’indagine sui percorsi di vita e lavoro nel precariato universitario presentata da Flc-Cgil. “Secondo i ultimi dati Eurostat del 2011 – spiega Ghizzoni – a fronte di 520mila ricercatori in Germania, di 429mila nel Regno Unito, di 338mila in Francia, l’Italia ne aveva solo 151mila. E la situazione, già allora desolante, dal 2011 a oggi è peggiorata”. “I giovani ricercatori dell’università – prosegue la deputata democratica – giocano un ruolo fondamentale nel sistema della conoscenza e se non li mettiamo nelle condizioni di lavorare con certezza e serenità ma, al contrario, li costringiamo a sopravvivere nel limbo della precarietà, condanniamo il nostro Paese a non progredire”. “I punti da affrontare al più presto per porre rimedio a questa situazione sono due. Creare le condizioni per bandire con regolarità, e in numero significativo, posti da ricercatori in tenure-track, così da permettere ai giovani di talento una futura immissione in ruolo accademico. In secondo luogo, rimuovere i vincoli imposti dal blocco del turn over che, con il suo limite del 50%, determina nell’università un insopportabile depauperamento di talenti. A questo scopo, si potrebbero utilizzare le risorse, o parte di esse, che Legge di stabilità ha destinato alla quota premiale del fondo di Finanziamento ordinario”. “La Legge di stabilità, appunto, attualmente all’esame del Senato, rappresenta un’occasione importante per cominciare a imprimere la svolta di cui il sistema universitario ha un bisogno vitale. Per questo, non possiamo permetterci di sprecarla”, conclude Manuela Ghizzoni.