"Quelli che hanno saputo resistere e rinascere. Tante eccellenze, manca il quadro d’insieme", di Aldo Cazzullo – Corriere della Sera 31.12.14
Un viaggio in Italia via web, o attraverso i media tradizionali, restituisce l’immagine di un Paese depresso, di pessimo umore, in piena crisi di autostima, giunto quasi al disprezzo di se stesso. Non a caso, il modo più facile per prendere applausi sui social network, nelle conferenze, nei talk-show o al bar è dire che i politici sono tutti ladri, i giornalisti tutti servi, i professionisti tutti evasori fiscali, e gli imprenditori portano tutti i soldi in Svizzera anzi alle Cayman. La comunità nazionale appare irrimediabilmente divisa in categorie, o meglio corporazioni, in perenne guerra civile tra loro, disposte ad appoggiare i cambiamenti a patto che riguardino gli altri. Come scrive giustamente Massimo Gramellini, «è diventato troppo facile, ma anche troppo comodo, raccattare consensi compiacendo la parte più distruttiva e mugugnante di noi stessi. Appena dici che gli italiani fanno schifo, gli italiani ti applaudono, sbellicandosi dal ridere o sparacchiando qualche insulto. Forse si sentono esclusi, a torto, dalla categoria». Viene in mente l’ultimo libro di Francesco Cossiga, un politico che ha senz’altro commesso errori …