Dallo sfregio di Dachau un invito a coltivare la memoria – Manuela Ghizzoni 03.11.14
Un fatto di cronaca? Il rischio è che rimanga tale, dopo le dovute manifestazioni di sdegno. Il rischio è che rimanga relegato alla voce “passato”. Il rischio è che non si vogliano riconoscere nel mondo le stesse radici, mai seccate, di odio, razzismo, fanatismo. I testimoni dell’Olocausto sono sempre meno, ma la memoria è un esercizio di costante attualità che va coltivato ogni giorno. Esattamente come i principi della democrazia, da non dare mai per scontati. Oggi, a scuola, si potrebbero chiudere i libri e aprire i giornali. Ne risulterebbe una bella lezione. Il commento di Adriano Sofri su La Repubblica del 3.11.14 NUOVO OLTRAGGIO ALL’ OLOCAUSTO di ADRIANO SOFRI La nuova impresa è il furto dell’intera porta-inferriata di Dachau, col motto “AR-BEIT MACHT FREI” (il lavoro rende liberi), che là fu inaugurato e poi si diffuse alla maggioranza dei campi di concentramento e di sterminio nazisti. Sdegno suscitato dalla profanazione, esecrazione: ci mancherebbe altro. Universali , sentiti? Chissà. Dopotutto, è passato tanto tempo, la specie dei testimoni superstiti è quasi estinta, anche sul sacro incombe …