Mese: Novembre 2014

"Perché mi piace molto la Carta dei diritti internet italiana", di David Weinberger – Pagina 99 11.11.14

Pubblichiamo un articolo (rivisto per pagina99) uscito sul blog dell’autore. David Weinberger insegna ad Harvard ed è uno dei più autorevoli osservatori di politica e cultura digitale. Uno commisione di studio ad hoc della Camera dei Deputati italiana ha redatto una bozza di “Dichiarazione dei diritti in Internet” che dovrebbe essere occasione di grandi festeggiamenti. Il testo è al momento sottoposto ai commenti del pubblico sulla piattaforma Civi.ci – e anche questa è una scelta positiva.   Un ottimo post di Fabio Chiusi spiega che il testo è il frutto dell’iniziativa del presidente della Camera e da un gruppo di esperti e membri della commissione dei diritti e dei doveri in internet. Il testo ha come scopo quello di dare forma al dibattito sui diritti civili e le libertà fondementali online durante il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea.   Il documento mi piace. Mi piace molto molto. Per due ragioni collegate tra loro. Primo i principi contenuti nel testo si basano su una comprensione profonda del valore aggiunto della Rete e di cosa sia a determinare …

"Il gap che dobbiamo colmare prima che sia troppo tardi", di Riccardo Luna – La Repubblica 11.11.14

Non si può dire che non ci avesse avvertito. Nel 1995 il futurologo Jeremy Rifkin ci scrisse sopra un libro: La fine del lavoro si intitolava, e non poteva essere più chiaro di così. Sono passati vent’anni e oggi, guardando i dati sulla disoccupazione crescente quasi ovunque dalle nostre parti, possiamo dirlo: sul lavoro Rifkin aveva ragione. L’automazione, indotta dalle nuove tecnologie, ha avuto e sta avendo davvero un effetto devastante sugli operai, gli impiegati, i commercianti e i liberi professionisti. Basta guardare alla cronaca: la catena di fast food McDonald’s ha appena annunciato di voler introdurre dei tablet per ricevere le ordinazioni riducendo i camerieri; il colosso dell’e-commerce Amazon sta assumendo 10 mila robot nei propri magazzini per sbrigare lo smistamento dei pacchi; mentre da tempo sappiamo che gli algoritmi introdotti da Google e da altri per guidare le auto funzionano alla perfezione ed è solo per una questione di assicurazione (chi paga in caso di incidente?) che non abbiamo ancora auto senza autisti. Torna in mente un altro saggio profetico, questa volta del …

"La forza pubblica del «familismo morale»", di Gabriella Turnaturi – Il Sole 24 Ore 09.11.14

Può esistere in Italia un familismo morale? Una declinazione del legame familiare che scavalchi il giardino segreto del privato e si apra alla sfera pubblica? Le parole di Ilaria Cucchi e il suo impegno sembrano testimoniare come da quell’impasto di emozioni, vincoli, interessi che è la famiglia possano nascere parole e azioni che riguardano tutta la collettività. A dispetto del conosciuto e abusato «familismo amorale» coniato da Banfield, la storia di familiari che irrompono nella sfera pubblica e nel discorso pubblico italiano è lunga e densa. Inizia negli anni Ottanta con la nascita delle associazioni di familiari delle vittime di stragi (Bologna, piazza Fontana, piazzale della Loggia, Italicus, Ustica) e arriva sino ai nostri giorni con gli interventi e le mobilitazioni dei familiari di Aldrovandi, Uva e Cucchi. In nome degli affetti familiari, genitori, ma soprattutto, madri, figlie e sorelle, hanno dedicato il loro tempo e la loro vita a richiedere verità e giustizia non solo per i loro cari ma per tutti i cittadini. «Non che ti rivolti solo per amore – scriveva Licia …

"Donare conoscenza pura", di Gilberto Cobellini – Il Sole 24 Ore 09.11.14

In America stanno aumentando in maniera significativa le donazioni per la ricerca. Ma deve passare l’idea che bisogna favorire quella di base. Da lì arriveranno le innovazioni A metà marzo dell’anno in corso, «The New York Times» pubblicava un lungo articolo che nel titolo si chiedeva se «miliardari (billionaires) con grandi idee» stessero in realtà «privatizzando la scienza americana». L’inchiesta andava letta insieme all’editoriale di «Nature», uscito negli stessi giorni, dove si lanciava l’allarme per il fatto che quest’anno non aumenteranno i finanziamenti alla ricerca e all’innovazione negli Stati Uniti. Non solo, ma al netto dell’inflazione e dell’aumento dei costi, la decisione significa una riduzione dal 15 al 20% rispetto al budget del 2010. Sempre «Nature» di gennaio aveva dedicato uno speciale alla scienza “sponsorizzata”, in cui fornivano consigli pratici su come «corteggiare un filantropo». I nomi dei filantropi i cui investimenti e progetti stanno facendo crescere un sistema della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica quasi parallelo rispetto a quelli pubblico e industriale, sono per esempio quelli di Bill e Melinda Gates, la cui fondazione …

"Venticinque anni fa qui vinse un sogno ora la mia Berlino lo insegni al mondo", di Daniel Barenboim – La Repubblica 09.11.14

A distanza di 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino e dalla fine della Guerra fredda, la comunità internazionale si trova a dover far fronte a una serie di sfide senza precedenti. Nei titoli dei giornali e nella nostra coscienza collettiva predominano carestie, crisi come l’epidemia di Ebola, e incalcolabili focolai di conflitto in Medio Oriente, Africa ed Europa orientale. Il mondo pare quanto mai indifeso e i nostri governi sono divisi sulle modalità con le quali porre rimedio ai problemi. In tutto il mondo milioni di persone sono in movimento, fuggono da guerre, fame, repressione e povertà, e i paesi europei, in particolare la Repubblica Federale, appaiono loro come l’ultimo rifugio sicuro. Il pericolo che incombe sulle ricche nazioni occidentali è un’emergenza tanto morale quanto sociale. In questi tempi difficili, il venticinquesimo anniversario della caduta del Muro è un momento appropriato per riflettere sulla situazione del mondo odierno e sulle responsabilità che ricadono sull’Europa tutta e specificatamente sulla Germania, riunificata da un quarto di secolo. Il crollo dell’Unione Sovietica e la prospettiva di un nuovo …

Parole e silenzio – Manuela Ghizzoni 08.11.2014

Parole e silenzio Le parole sono quelle dei #Q96Scuola: sono parole giuste ed io ho avuto ed ho orecchie per ascoltarle. Il silenzio (parziale e presunto) che mi viene imputato è quello di chi si riserva di parlare nei momenti appropriati e di chi prende molto sul serio quello che fa (e ha pagato qualche scotto personale per averci creduto fino in fondo). Il silenzio di chi è stato accusato, illogicamente, di avere condotto una battaglia pur consapevole della sconfitta. Chi lo afferma pare dimenticare quanto accaduto solo 3 mesi fa, in occasione del decreto legge Madia. Allora lo voglio ricordare, sinteticamente: alla Camera è stato approvato l’emendamento a mia prima firma per il pensionamento dei Q96. Approvato prima in Commissione Affari costituzionali, poi dalla Bilancio (e non senza discussione con il governo) e infine dall’intera Aula, con un voto di fiducia sul testo complessivo del decreto. Al Senato, pochi giorni dopo e per unilaterale decisione del governo che ha assunto i dinieghi della Ragioneria dello Stato e dell’INPS nei confronti della copertura individuata alla …

"I giovani talenti si «richiamano» con politiche mirate e giusti incentivi", di Fabrizio Onida – Il Sole 24 Ore 06.11.14

I giovani talenti si «richiamano» con politiche mirate e giusti incentivi di Fabrizio Onida Si parla sempre più dei giovani talenti italiani che per mancanza di prospettive, sfiducia, rassegnazione rinunciano a rientrare in Italia dopo un periodo di studi all’estero, dove spesso si distinguono per ottimi risultati e infatti ricevono offerte interessanti di lavoro. Il Rapporto “Italiani nel mondo” 2014 della Fondazione Migrantes segnala che l’Italia è quarta in Europa come numero di studenti in mobilità e che la forbice tra uscite ed entrate di cittadini italiani con l’estero si è ampliata vistosamente dal 2008 fino a raggiungere un saldo di 50mila unità nel 2013. Sulle 82mila unità in uscita nel 2013 due terzi sono laureati e diplomati, il 40% origina nelle regioni del Nord. Eppure diverse affiliate italiane di gruppi multinazionali cercano giovani laureati e diplomati di materie tecnico-scientifiche, in particolare ingegneri di cui apprezzano senza riserve le qualità: competenza tecnica combinata con flessibilità e creatività in dosi nettamente superiori a quelle dei loro pari grado tedeschi, francesi, inglesi, americani. Allora che cosa manca …