«Fiore all’occhiello del sistema sociale italiano, si calcola che annualmente i Patronati si occupino di circa 11 milioni e 400 mila pratiche, con un evidente risparmio di tempo e risorse per la Pubblica Amministrazione. I tagli previsti nella legge di stabilità rischiano di causare un radicale ridimensionamento dei servizi offerti con evidenti ricadute sui cittadini» Questo in estrema sintesi il contenuto della lettera inviata al presidente del Consiglio e al ministro dell’Economia su iniziativa della deputata modenese del Pd eletta nella Circoscrizione Estero Laura Garavini, e firmata da oltre 70 colleghi fra i quali anche i modenesi Davide Baruffi, Manuela Ghizzoni ed Edoardo Patriarca.
È stata sottoscritta da oltre 70 deputati la lettera che chiede al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al ministro dell’Economia Per Carlo Padoan di rivedere i tagli ai Patronati previsti dalla legge di stabilità. “Punto di riferimento per una variegata serie di cittadini – sottolineano i deputati modenesi del Pd Davide Baruffi, Laura Garavini, Manuela Ghizzoni ed Edoardo Patriarca sottoscrittori della missiva – i Patronati hanno dimostrato negli anni la capacità di rispondere in modo qualificato anche alle nuove esigenze del Paese, offrendo ai cittadini consulenza gratuita su tutta una serie di materie, dalle questioni previdenziali ai sussidi di disoccupazione, cassa integrazione e mobilità, ma anche permessi e congedi di maternità o per assistenza ai disabili, fino alle pratiche connesse a permessi di soggiorno e ricongiungimenti familiari per i cittadini immigrati. Si calcola che annualmente i Patronati si occupino di circa 11 milioni e 400 mila pratiche, con un evidente risparmio di tempo e risorse per la Pubblica Amministrazione: se questi chiudessero infatti a fronte dei 430 milioni di euro spesi attualmente dal Fondo patronati, i costi per il disbrigo dei medesimi servizi dalla P.A. lieviterebbero ad oltre 650 milioni. Tuttavia già i tagli previsti nella legge di stabilità pari ad un terzo delle risorse ad oggi destinate ai Patronati, rischiano di causare un radicale ridimensionamento dei servizi offerti con evidenti ricadute sui cittadini. Senza contare che tale provvedimento pone anche questioni di legittimità, essendo il Fondo patronati alimentato da una ritenuta sui contributi previdenziali dei lavoratori. In caso di diversa utilizzazione di queste risorse, non più per pubblica utilità, si porrebbero vizi di forma, soggetti a eventuali ricorsi di natura giudiziaria. Per questo riteniamo debba essere ripristinato quanto prima l’ammontare del Fondo previsto dal bilancio 2014.”