Numeri in crescita, anno dopo anno. La quindicesima edizione del progetto Il Quotidiano in classe segna un altro record sul fronte delle adesioni, con 2.082.504 studenti delle scuole secondarie superiori che parteciperanno durante l’anno scolastico 2014-2015.
Insomma, un numero pari a oltre il 76% degli iscritti che per quest’anno scolastico prenderanno parte al progetto promosso dall’Osservatorio Permanente Giovani-Editori grazie al quale i quotidiani, da 15 anni a questa parte, hanno fatto stabilmente il loro ingresso nelle scuole. Gli insegnanti coinvolti saranno invece 45.172, preparati anche grazie ad appositi corsi di formazione organizzati in collaborazione con le più prestigiose Università italiane.
Si tratta di un’operazione senz’altro importante per rendere più familiare anche ai “Millennials” un prodotto – il quotidiano – il cui stato di salute non è dei migliori. Secondo gli ultimi dati contenuti nel Rapporto 2014 sull’industria dei quotidiani in Italia (Asig-Fieg) oggi in Italia si vendono poco più della metà delle copie rispetto a vent’anni fa. Dal 1990, anno del massimo storico diffusionale con poco meno di sette milioni di copie giornaliere, è andato perso il 45,3 per cento. E dal 2010 sono andati persi anche tre milioni di lettori, scesi a quota 20,6 milioni nel giorno medio (39% della popolazione contro un 49% di media mondiale).
In questo quadro, il lavoro legato al progetto Il Quotidiano in classe è tanto più importante considerando il momento in cui viviamo, con i giovani fra i 14 e i 18 anni che rappresentano senz’altro una delle categorie (se non la categoria) più esposta alle insidie della Rete e dell’informazione non di qualità. «Una buona scuola dovrebbe insegnare a imparare. E imparare a dubitare è una lezione che merita di essere appresa», commenta Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori. «È con questo spirito che portiamo una volta alla settimana, in classe, tre diversi giornali a confronto, per dimostrare ai ragazzi come la stessa notizia si possa dare diversamente. È importante sapere che l’informazione non è verità infusa, ma una sua rappresentazione, nella migliore delle ipotesi resa in buona fede».
Con questo esercizio «basato sul pluralismo delle opinioni, intendiamo allenare lo spirito critico e il senso civico dei più giovani, per farne dei cittadini più liberi, degli attori del cambiamento più partecipi, dei protagonisti di una democrazia in trasformazione. E agli insegnanti italiani vogliamo offrire uno strumento in più per rilanciare un modello inedito di educazione civica, meno lento e più rock», ha aggiunto Ceccherini, da poco rientrato da un lungo viaggio negli Usa dove ha fatto un tour tra i direttori dei più importanti quotidiani americani (New York Times, Wall Street Journal, Washington Post e Los Angeles Times) e i leader della Silicon Valley: da Apple a Yahoo, da Twitter ad Amazon fino a Google. Proprio con il gigante di Mountain View l’Osservatorio ha costituito un tavolo di lavoro che partirà a novembre.
Dal 7 ottobre è intanto ripreso nelle scuole il progetto Il Quotidiano in Classe che si basa su un’ora di lezione settimanale, in classe, dedicata alla lettura critica di più testate a confronto. Gli iscritti hanno la possibilità di ricevere settimanalmente le copie digitali o cartacee delle testate che aderiscono: Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, La Stampa, Il Gazzettino, La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino, L’Unione Sarda, Il Tempo, L’Adige, La Gazzetta di Parma, L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi, La Gazzetta dello Sport e L’Osservatore Romano oltre a Focus. Il progetto è condiviso anche da 26 fondazioni bancarie oltre all’Acri.
In questa edizione, ha puntualizzato Ceccherini, «il successo è superiore al successo degli anni scorsi e il merito va riconosciuto interamente a quegli insegnanti italiani che si sono messi personalmente in gioco per conquistare al fascino dei dubbi quei giovani animati da solide certezze».
Insomma, un numero pari a oltre il 76% degli iscritti che per quest’anno scolastico prenderanno parte al progetto promosso dall’Osservatorio Permanente Giovani-Editori grazie al quale i quotidiani, da 15 anni a questa parte, hanno fatto stabilmente il loro ingresso nelle scuole. Gli insegnanti coinvolti saranno invece 45.172, preparati anche grazie ad appositi corsi di formazione organizzati in collaborazione con le più prestigiose Università italiane.
Si tratta di un’operazione senz’altro importante per rendere più familiare anche ai “Millennials” un prodotto – il quotidiano – il cui stato di salute non è dei migliori. Secondo gli ultimi dati contenuti nel Rapporto 2014 sull’industria dei quotidiani in Italia (Asig-Fieg) oggi in Italia si vendono poco più della metà delle copie rispetto a vent’anni fa. Dal 1990, anno del massimo storico diffusionale con poco meno di sette milioni di copie giornaliere, è andato perso il 45,3 per cento. E dal 2010 sono andati persi anche tre milioni di lettori, scesi a quota 20,6 milioni nel giorno medio (39% della popolazione contro un 49% di media mondiale).
In questo quadro, il lavoro legato al progetto Il Quotidiano in classe è tanto più importante considerando il momento in cui viviamo, con i giovani fra i 14 e i 18 anni che rappresentano senz’altro una delle categorie (se non la categoria) più esposta alle insidie della Rete e dell’informazione non di qualità. «Una buona scuola dovrebbe insegnare a imparare. E imparare a dubitare è una lezione che merita di essere appresa», commenta Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori. «È con questo spirito che portiamo una volta alla settimana, in classe, tre diversi giornali a confronto, per dimostrare ai ragazzi come la stessa notizia si possa dare diversamente. È importante sapere che l’informazione non è verità infusa, ma una sua rappresentazione, nella migliore delle ipotesi resa in buona fede».
Con questo esercizio «basato sul pluralismo delle opinioni, intendiamo allenare lo spirito critico e il senso civico dei più giovani, per farne dei cittadini più liberi, degli attori del cambiamento più partecipi, dei protagonisti di una democrazia in trasformazione. E agli insegnanti italiani vogliamo offrire uno strumento in più per rilanciare un modello inedito di educazione civica, meno lento e più rock», ha aggiunto Ceccherini, da poco rientrato da un lungo viaggio negli Usa dove ha fatto un tour tra i direttori dei più importanti quotidiani americani (New York Times, Wall Street Journal, Washington Post e Los Angeles Times) e i leader della Silicon Valley: da Apple a Yahoo, da Twitter ad Amazon fino a Google. Proprio con il gigante di Mountain View l’Osservatorio ha costituito un tavolo di lavoro che partirà a novembre.
Dal 7 ottobre è intanto ripreso nelle scuole il progetto Il Quotidiano in Classe che si basa su un’ora di lezione settimanale, in classe, dedicata alla lettura critica di più testate a confronto. Gli iscritti hanno la possibilità di ricevere settimanalmente le copie digitali o cartacee delle testate che aderiscono: Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, La Stampa, Il Gazzettino, La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino, L’Unione Sarda, Il Tempo, L’Adige, La Gazzetta di Parma, L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi, La Gazzetta dello Sport e L’Osservatore Romano oltre a Focus. Il progetto è condiviso anche da 26 fondazioni bancarie oltre all’Acri.
In questa edizione, ha puntualizzato Ceccherini, «il successo è superiore al successo degli anni scorsi e il merito va riconosciuto interamente a quegli insegnanti italiani che si sono messi personalmente in gioco per conquistare al fascino dei dubbi quei giovani animati da solide certezze».