“Che possa esistere una ‘minore gravità’ nel caso di una violenza sessuale è semplicemente inaccettabile. Ritenere fondato il ricorso di un violentatore ritenendo di dover valutare ‘la qualità dell’atto compiuto più che la quantità di violenza fisica esercitata’ è un uso alquanto distorto del diritto, che come nelle peggiori sentenze del passato si dimostra ancora oggi sempre debole quando si tratta di tutelare la libertà di una donna”.
È quanto dichiarato dalla Vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, in merito alla sentenza depositata oggi con cui la Corte di Cassazione ha chiesto, al Tribunale di Venezia, di prendere in considerazione le attenuanti e rifare il processo, ed ha aggiunto: “L’ennesima violenza sulle donne, non a caso l’ennesima violenza maturata in un contesto famigliare, deve assolutamente farci riflettere sul bisogno di aggiornare la nostra cultura e il nostro sistema giuridico sul rispetto delle donne. Dopo la violenza fisica, la vittima deve ora aspettare per vedere riconosciuta una colpa così grave, e così torniamo indietro di trent’anni”.