“La mafia è anche qui” era il ritornello ripetuto ieri sera a Modena durante la presentazione del primo rapporto sulla presenza mafiosa al nord curato dall’Osservatorio nazionale per la criminalità organizzata. Lo hanno messo nero su bianco i dati del documento, lo hanno ribadito la presidente della commissione antimafia Rosy Bindi, il prefetto Michele Di Bari, il procuratore Lucia Musti.
Il terreno è favorevole: la crisi economica, il cedimento della coesione sociale, la diffusione della corruzione. Fenomeni diversi ma connessi che favoriscono la corrosione anche delle strutture istituzionali. Se l’Emilia Romagna da un lato è l’unica regione che non ha mai avuto un’amministrazione comunale sciolta per mafia, è anche vero che le province di Reggio Emilia e Modena hanno il triste primato di maggior numero di infiltrazioni al nord. A rischio sono i piccoli comuni: più facile stringere legami, più facile infiltrarsi nelle maglie di un’economia oggi fragile, più facile manovrare voti per condizionare l’azione amministrativa. A rischio anche gli appalti per la ricostruzione post terremoto.
“Dobbiamo diventare tutti ricercatori dei segnali di mafia” – ha detto Rosy Bindi – il che significa non abbassare mai la guardia, sostenere gli “anticorpi” civili, saper individuare l’illegalità in tutte le sue forme, perché l’omertà non è solo mafiosa, da noi può essere un’omertà di convenienza. Bene ha fatto il sindaco di Modena a proporre la centrale unica degli appalti per non lasciare soli i piccoli comuni, ma c’è anche un grande lavoro da fare per creare consapevolezza e non voltare la testa davanti ai segnali di illegalità.
Il primo passo è conoscere e fare conoscere, mettere i dati a disposizione di tutti, istituzioni, associazioni, agenzie educative, cittadini, organi di informazione. I mezzi di controllo e di contrasto messi in campo dalle amministrazioni e dalle forze dell’ordine avranno più efficacia se a sostenerli ci sarà una rete di cittadini educati alla legalità e alla responsabilità. E’ un percorso che già può cominciare nelle scuole e nelle famiglie. Lo ha detto Falcone: “La mafia è un fenomeno umano e come tale è destinato a finire”. Il rischio è che si estingua insieme alla razza umana. Ecco perché tutti dobbiamo impegnarci in prima persona.
PRIMO RAPPORTO TRIMESTRALE SULLE AREE SETTENTRIONALI PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUL FENOMENO MAFIOSO
a cura dell’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’Università degli Studi di Milano
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