Un tesoretto per rilanciare il lavoro. Dal bonus per i ricercatori a quello per gli over 50, dagli incentivi per l’occupazione femminile alla garanzia giovani: sul piatto, per chi assume quest’anno e il prossimo, ci sono quasi 2,5 miliardi, in base ai conteggi realizzati dal Sole 24 Ore del Lunedì sugli ultimi incentivi alle assunzioni introdotti dai governi Monti e Letta per porre un freno all’emergenza lavoro e spingere le aziende a rafforzare gli organici. La dote aumenta di oltre un miliardo se si considerano le minori entrate contributive stimate dalla legge Fornero fino al 2021 per gli sgravi legati all’assunzione di donne svantaggiate e lavoratori ultracinquantenni.
Mentre i ministri dell’Economia della zona euro concordano sulla necessità di ridurre le tasse sul lavoro per ritrovare la competitività, e il governo Renzi studia nuovi tagli all’Irap, che dovrebbero premiare i contratti a tempo indeterminato, la platea su cui si inseriranno le prossime mosse dell’Esecutivo vede un carnet di oltre 20 incentivi alle assunzioni, in molti casi difficili da ottenere per budget limitati, ritardi nell’attuazione, iter complicati e requisiti stringenti.
Il flop del bonus giovani
Si Prenda, a esempio, il bonus giovani, introdotto dal Dl 76/2013, che negli obiettivi dell’allora ministro del welfare, Enrico Giovannini, avrebbe dovuto creare 100mila posti di lavoro stabili. Le domande ricevute dall’Inps fino all’8 settembre sono 30.998, ma solo 24mila sono state le assunzioni confermate entro i termini previsti. I numeri, confrontati con quelli di fine giugno, registrano un timido aumento dell’8,4%, frenando il già debole ritmo di crescita dei due mesi precedenti (+10%). Troppi requisiti da rispettare o la crisi che frena la voglia di assunzione delle imprese? «Una ragione del flop – spiegano da Confartigianato – è la previsione, per non collidere con la normativa europea, di erogare il bonus solo per le assunzioni che comportano un incremento degli occupati in azienda, costringendo le imprese a continui calcoli sulla permanenza o meno di questo requisito». L’incentivo – un terzo della retribuzione per una durata massima di 18 mesi – è infatti assegnato solo per le assunzioni o stabilizzazioni di under 30 a condizione che la new entry porti a un aumento dell’organico rispetto all’anno precedente. In più: l’assunzione, che deve riguardare giovani senza impiego da almeno sei mesi o senza diploma, va formalizzata entro sette giorni dalla prenotazione dell’incentivo. L’aiuto vale fino all’esaurimento delle risorse stanziate: circa 800 milioni tra il 2013 e il 2016 (ma le domande devono essere inviate entro il 30 giugno 2015). Ipotizzando un ritmo di crescita come quello attuale anche nei prossimi cinque bimestri, si arriverebbe a un totale di 45-46mila richieste, meno della metà di quelle preventivate.
Donne e over 50
Ma non ci sono solo i giovani. Nel panorama dei bonus sulle assunzioni, infatti, alcuni puntano a favorire la ricollocazione degli over 50 (uomini e donne), disoccupati da oltre 12 mesi, e delle donne di qualsiasi età residenti in aree svantaggiate: dopo l’entrata in vigore della legge Fornero (92/12), sono arrivate solo nel 2013 (con un anno di ritardo) le istruzioni operative per richiedere gli incentivi. Si tratta dell’abbattimento del 50% dei contributi Inps e Inail, che dura 18 mesi per le assunzioni a tempo indeterminato e fino a 12 mesi per i contratti a termine. Finora sono state inviate all’Inps quasi 48mila domande riferite a un anno e mezzo. Delle 47.520 approvate, otto su dieci si riferiscono all’assunzione di donne, e più della metà riguarda contratti a termine.
Ritardo record per i ricercatori
Un altro esempio eclatante dei ritardi con cui le agevolazioni sono tradotte in pratica è offerto dal «bonus ricerca», il credito d’imposta del 35% per assumere personale altamente qualificato nella ricerca e nello sviluppo, istituito nel 2012 dal Dl 83. Ebbene, da oggi, 15 settembre 2014, a distanza di due anni, le imprese possono inviare le richieste di incentivo per le assunzioni avvenute dal 26 giugno al 31 dicembre 2012. Chi ha assunto nel 2013, invece, potrà fare domanda solo dal prossimo 10 gennaio.
La strada per ottenere gli sconti sui reclutamenti, peraltro, è tutta in salita, dopo che la legge Fornero ha rivisto i requisiti generali di accesso: i datori di lavoro e gli utilizzatori, a esempio, non devono avere in atto sospensioni dell’attività per crisi o riorganizzazione, non devono esserci collegamenti tra il datore che assume e quello che ha licenziato; bisogna osservare limiti al cumulo dei bonus.
«L’appeal degli incentivi temporanei alle assunzioni – commentano da Confindustria – è “appannato” anche dal fatto che la prassi amministrativa interpreta alcuni requisiti di legge in modo tale da rendere inaccessibile la fruizione dei benefici». Un esempio di questo, secondo viale dell’Astronomia, è il concetto di «diritto di precedenza», che esclude dalle agevolazioni. Nel caso di un’assunzione a termine di oltre sei mesi e di riassunzione nei sei mesi successivi dello stesso lavoratore svantaggiato a tempo indeterminato, la prassi ritiene che non siano riconoscibili gli incentivi al datore, perché il lavoratore ha maturato un diritto di precedenza alla successiva riassunzione.
Pubblicato il 15 Settembre 2014