Oggi inizia l’anno scolastico. Come i precedenti si annuncia quantomeno “faticoso” per chi nella scuola opera. Perché faticoso? Perché sempre di più mi pare che l’insegnamento e l’educazione siano lasciate agli “sforzi” (da qui il la fatica) dei singoli – docenti, dirigenti, Ata – mentre la politica non riesce ad assumere decisioni (ma spesso non ha voluto) che possano concretamente alleviare tali sforzi. Penso, per il recente passato, al decreto Carrozza, che contiene molti spunti positivi ma che non si sono tradotti in interventi decisivi rispetto alla “fatica” dell’orientamento, dell’aggiornamento, dell’apprendimento facendo…
Ecco perché il mio augurio per il nuovo anno è:
1. un ringraziamento anticipato a chi – tra annunci, attese e speranze – farà funzionare la nostra scuola al meglio delle proprie possibilità e per il bene dei nostri ragazzi;
2. l’auspicio che la politica riesca finalmente a farsi carico, lei, della fatica della sfida educativa con provvedimenti dal “pensiero lungo”, che promuovano le opportunità, le competenze, l’inclusione.
Oggi per 4000 lavoratori anziani della scuola doveva essere l’inizio della “terza età” e per altrettanti lavoratori giovani doveva essere l’inizio della stabilità. Non è stato così, per un errore reiterato della politica. Ecco allora un altro auspicio: che la politica apprenda finalmente dai propri errori, pena il fallimento della propria missione.
Pubblicato il 1 Settembre 2014
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