Valuto positivamente che ieri il Consiglio dei Ministri non abbia varato la (nuova) riforma della scuola. Valuto negativamente che non abbia approvato la norma sul pensionamento dei cosiddetti Q96Scuola (ho già detto che é una denominazione fuorviante, ma la richiamo per brevità: affrettiamoci a trovarne una più consona), ma a questo solo provvedimento avrebbe dovuto limitarsi.
Il perché l’ho scritto in un precedente post: basta con le riforme calate dall’alto. Apprezzo quindi l’intenzione espressa dal Premier di un “percorso partecipato sulla scuola”. Un percorso che dovrà dare frutti per il prossimo anno scolastico, e non per quello che è alle porte. Anche le soluzioni anticipate per affrontare la piaga del precariato avranno validità solo dal 2015/2016 e credo che la legge di stabilità sia uno degli strumenti per darne attuazione concreta.
Che si inauguri quindi il cantiere per “la nuova scuola”, nel quale arruolare idee, proposte, suggestioni proprio a partire dal mondo della scuola. Con una sola raccomandazione: che non sia un cantiere interminabile, all’italienne…
Di certo, la delusione per il rinvio è la reazione naturale all’attesa alimentata dai reiterati annunci che hanno preceduto la convocazione del Consiglio dei Ministri. Maggiore cautela, in futuro, credo sarebbe auspicabile oltre che apprezzabile per dare ancora maggior forza e concretezza all’azione dell’esecutivo. Ok al passo dopo passo, ma con i piedi per terra.
Pubblicato il 30 Agosto 2014
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