"La campagna d'autunno", di Stefano Folli
Per fortuna l’equivoco si è chiarito. Ieri per un attimo è sembrato che il presidente Grasso avesse adombrato l’intervento della polizia per sedare i tumulti. Certo, l’istituto sta decidendo la propria semi-soppressione, ma la forza pubblica in un’aula parlamentare non sarebbe il modo migliore per accelerare la riforma. Sarebbe, non c’è dubbio, un precedente nella storia delle democrazie occidentali. Finora esiste solo il caso del colonnello Tejero in Spagna, ma quello era un tentativo di colpo di Stato da parte della Guardia Civile. A Palazzo Madama invece non c’è pericolo di “golpe”, nonostante il parere di Beppe Grillo. E non c’è nemmeno quella «deriva autoritaria» che tanto irrita il premier Renzi quando gli viene rinfacciata nel fuoco delle polemiche. A Roma c’è solo una gran confusione. Il modo peggiore di cambiare la Costituzione a opera degli stessi che fino a tre anni fa, quando ancora governava Berlusconi, la definivano «la più bella del mondo». Certo, a questo punto bisogna augurarsi che si arrivi al traguardo senza ulteriori lacerazioni. In fondo, «i tacchini stanno anticipando il …