Mese: Luglio 2014

"Non basterà l'euro debole a far ripartire l'Italia", di Fabrizio Galimberti

Da marzo a oggi l’euro ha guadagnato un paio di punti di competitività, secondo i dati Bri dei cambi effettivi reali. E uno degli scopi inconfessati delle recenti misure della Bce (di inizio giugno) era quello di accompagnare e proseguire in quel guadagno, affiochendo quella che veniva comunemente percepita come una scomoda forza della moneta unica. L’inciampo delle esportazioni extra-Ue, appena comunicato dall’Istat, sembra confermare quanto sia urgente un’ulteriore discesa dell’euro. Dall’inizio del 2012 a oggi, in effetti, l’euro, malgrado la discesa degli ultimi mesi, rimane apprezzato (e quindi perde competitività) di 5 punti (e di 6 per il cambio effettivo nominale). Ma è veramente fuori linea il cambio del l’euro? Quando si ragiona di movimenti in alto o in basso di quell’indice-principe di competitività-prezzo che è il cambio effettivo reale, molto dipende dalle date che si scelgono: aumenti o diminuzioni rispetto a quando? Se, per esempio, andiamo a vedere come è cambiato quell’indice dagli albori della Grande recessione a oggi, vediamo che dall’agosto 2007 al giugno 2014 l’euro si è deprezzato (guadagno di competitività) …

"Vergogna e riscatto", di Gabriele Romagnoli

ARRIVA un bastimento carico di… paure e speranze, esistenze cancellate e nuove vite, vergogna e riscatto, stupidità e intelligenza, specchi e buchi neri. Di tutto. Troppo. La vicenda della Costa Concordia affondata davanti all’isola del Giglio il 13 gennaio 2012 e ripartita ieri per l’ultimo viaggio è il grande romanzo popolare italiano che nessun autore ha saputo né voluto scrivere per difetto di fantasia ed eccesso di narcisismo. Eppure quella metafora ri-galleggiante, quel vaso di Pandora è anche legata al nostro ombelico: basta guardarla e guardarsi, ma senza caricarla di troppe allegorie, altrimenti torna giù. La notte in cui va a fondo ridefinisce i confini della tragedia, almeno per chi, anziché conoscerla, la immagina. Nella sua rappresentazione la si ammanta di epica e di mistero. L’aereo malese scompare nel nulla. Il treno spagnolo esplode squarciato dall’esplosivo terrorista. La nave italiana cola a picco davanti alla terraferma mentre esegue un “inchino”, termine e gesto associati al buffo, mai al drammatico. Eppure è così, le strade che portano alla fine sono diverse e perverse: un giovane Kennedy …

"Evitare il muro contro muro", di Claudio Sardo

In politica la forza vale non meno delle idee. Lo sa bene Renzi, che ne ha accumulata tanta e che anche grazie a questa leva ha suscitato grandi aspettative. Tuttavia la forza non si esprime soltanto attraverso il conflitto. Ci sono momenti in cui è più saggio spenderla per evitare una contrapposizione sterile, per raggiungere un buon compromesso, per fissare un punto e ripartire. Al Senato è questo il momento. Le minacce, il muro contro muro, portano svantaggi assai maggiori a chi vuole condurre in porto la riforma rispetto a quanti alzano barricate denunciando «involuzioni autoritarie». La paralisi del Senato è grave. È una pessima immagine del Paese. Sull’ostruzionismo convergono intenti diversi: chi vuole bloccare del tutto le riforme, chi vuole correggerle. Anche per questo è necessario che la maggioranza assuma un’iniziativa positiva per distinguere e tentare di allargare il consenso. Renzi vuole la riforma anche perché essa diventi il simbolo del cambiamento possibile. Perché segni la nuova stagione politica dopo tanti progetti incompiuti o falliti. Ma sbaglierebbe a esasperare il tema istituzionale, costruendo su …

"Il terreno fragile del governo", di Piero Ignazi

IL GOVERNO cammina su una lastra di ghiaccio sottile, come dimostra la giornata di ieri al Senato. È un incedere difficile e il terreno rischia di diventare sempre più fragile se perde la spinta iniziale, cioè la fiducia. Il governo si regge su una strana impalcatura che combina due spinte diverse: la fiducia, appunto, ma anche la disperazione. L’apertura di credito arrivata aveva, al fondo, tanto la speranza che potesse portare il Paese fuori dalla crisi quanto la disperazione per il presente  IL nostro Paese ribolle di frustrazione e aspetta un segnale: in positivo, dal governo, per scrollarsi di dosso apatia e rassegnazione, e rimettersi in moto; ma anche in negativo, da qualcuno o qualcosa che accenda la miccia dell’esasperazione sociale. Se la speranza scolora in illusione, allora monta la rabbia. Le precondizioni per lo scatenarsi di un movimento sociale in forme anche aggressive ci sono tutte. A incominciare, ovviamente, dall’economia, ma non solo. Sul terreno economico gli allarmi sulla mancata ripresa lanciati dalle associazioni imprenditoriali e sindacali, dagli osservatori economici italiani e internazionali, ed …

"Degli sprechi Rai il catalogo è questo. Una strada nuova per avvicinarsi alla Bbc", di Milena Gabanelli

Non si crescerà mai senza riforme, che vuol dire taglio agli sprechi e investimenti. Il tempo è poco e servono soldi subito. La strada più rapida sarebbe quella del rientro dei 300 miliardi depositati su conti esteri, con versamento delle relative somme evase. Però ci vuole la legge che sanziona pesantemente i grandi evasori, e che esiste in tutti i Paesi civili. Quella legge è pronta sul tavolo da due anni, ma ancora non vede la luce, per non aggredire troppo coloro che hanno impoverito il Paese e le loro aziende trasferendo gli utili su conti cifrati. E allora, oltre ai tagli giustissimi ai superstipendi, agli 80 euro in più per chi ha meno di 1.500 euro al mese, quali sono le idee concrete per evitare la chiusura di migliaia di aziende private, e quali le idee di rilancio delle aziende pubbliche sane? Fra le tante dichiarazioni di Renzi su come uscire dalla depressione generale c’è anche quella di pensare a una Rai che contribuisca alla rinascita del Paese. Certamente avrà un piano, ma per …

"Non c'è Europa senza una politica estera", di Adriana Cerretelli

L’Europa ha lanciato ieri il secondo ultimatum alla Russia di Putin in meno di un mese. Il primo è andato a vuoto, dimenticato. Il secondo forse non farà la stessa fine perché, se di fatto si può provare a chiudere un occhio sull’annessione della Crimea e sui torbidi della crisi ucraina in bilico tra guerra civile aperta e scissione, perfino per la cinica Europa diventa difficile ignorare il crash di un aereo di linea. L’aereo abbattuto da un missile partito dall’Ucraina separatista e i suoi 298 morti, quasi 200 olandesi. Forse, se la Russia continuerà a non cooperare per fermare i secessionisti da Kiev, le sanzioni europee, finora poco più che simboliche, faranno dunque un salto di qualità per colpire settori-chiave come mercato dei capitali, difesa, high-tech, energia. Forse, perché ancora non sono state messe a punto, perché tra i 28 non c’è ancora l’accordo, escluse ieri le dovute parole forti di condanna dei ministri degli Esteri Ue sull’onda di un’unanime e unitaria reazione emotiva. Forse, infine, perché ci vorrà un vertice straordinario dei capi …