Mese: Luglio 2014

"Sui festivi è dibattito fra sindacati e imprese" di A. Bo.

Sembrano aver colpito nel segno le parole di Papa Francesco sul rispetto del riposo domenicale. Diverse le reazioni che hanno animato la giornata di ieri: la liberalizzazione dei festivi è un argomento che continua a dividere, come più volte hanno sottolineato i sindacati e le associazioni di categoria. Il primo a intervenire è il segretario generale della Cisl, Raffale Bonanni, che elogia le parole del pontefice sulla necessità di conciliare i tempi del lavoro con i tempi della famiglia e di garantire la domenica libera dal lavoro. Ai microfoni di RadioVaticana, il leader sindacale ha concordato sul fatto che in Italia si è spinto troppo sul lavoro domenicale, soprattutto di fronte a un netto calo dei consumi. «Si è andati molto oltre per conformismo. Il Papa giustamente ha detto: oltre i lavori indispensabili, come quelli degli ospedali – e come quelli della ristorazione, aggiungo io, nei posti di turismo più importanti e altre situazioni particolari – non credo che ci sia bisogno di lavorare anche nel giorno del riposo», osserva Bonanni. Anche il segretario generale …

"Senza debiti dove saremmo?", di Guido Carandini

APPRENDIAMO da Manfred Weber, la nuova guida tedesca del Partito popolare europeo, che Renzi interpretando il ben noto Patto europeo di stabilità e crescita nel senso di accettare la stabilità per promuovere la crescita, rappresenta per l’Europa un pericoloso esempio di dissolutezza economica. Perché l’imprenditore democristiano bavarese è nemico giurato di chi come il capo del governo italiano propugna riforme che potrebbero implicare per l’Europa un maggior indebitamento. «Non vogliamo che si facciano nuovi debiti in cambio delle riforme », ha dichiarato Weber a muso duro. Certo ha fatto benissimo Renzi a replicare che è inaccettabile quell’atteggiamento di predica morale a lui indirizzata perché sospettato di coltivare un vizio del suo paese auspicando delle riforme che in Europa potrebbero provocare una crescita dell’indebitamento pubblico. Ed è inaccettabile, mi sembra, per almeno due ragioni. La prima: ché la crescita di quel debito in Italia è stata malefica in passato perché sganciata da vere politiche riformatrici (Berlusconi docet). La seconda: che una politica austera “in assoluto” cioè in ogni situazione come quella che piace al bravo bavarese, …

"Servizi, tariffe da record negli ultimi 10 anni", di La. Matteucci

Rincari fino all’85%, boom per i rifiuti. Solo la telefonia ha avuto una diminuzione, -15,9%. Analisi della Cgia: contano il peso fiscale e i mancati benefici delle liberalizzazioni Rincari record per le tariffe di acqua, rifiuti, autostrade e trasporti: questo il bilancio degli ultimi dieci anni stilato dalla Cgia di Mestre, che denuncia da un lato il mancato effetto delle liberalizzazioni e dall’altro l’aumento del peso fiscale. «Le tariffe dei principali servizi pubblici hanno subito aumenti record – scrive in una nota l’Ufficio studi della Cgia – L’acqua dell’85,2%, i rifiuti dell’81,8%, i pedaggi autostradali del 50,1% e i trasporti urbani del 49,6%». Tra le dieci voci prese in esame in questa analisi, solo i servizi telefonici hanno subito una diminuzione: -15,9%. Sempre nel periodo considerato, l’inflazione, invece, è aumentata del 23,1%. LIBERALIZZAZIONI, POCHI VANTAGGI Eppure, pur gravata dai forti aumenti, la nostra tariffa per l’acqua rimane la più bassa d’Europa, e lo stesso di può dire per i biglietti ferroviari. Preoccupa, invece, il boom registrato dall’asporto rifiuti. «Nonostante in questi ultimi sei anni di …

"Orlando: "Riforma giustizia senza accordi sottobanco e sulle intercettazioni nessun giro di vite ai pm", di Liana Milella

Il Guardasigilli nega “inciuci” con la destra. “La corruzione non si batte solo con le pene” INCIUCIO con Berlusconi? Risponde il Guardasigilli Andrea Orlando: «Domanda originale… ma pensate davvero che siamo ancora lì?». E poi: «Non sarebbe meglio vedere il merito delle proposte che sono addirittura online?». Il Guardasigilli uomo della mediazione? «No, Orlando ministro del confronto». Il Pd e la giustizia? «Il partito sta con me». Politica e corruzione? «Cantone è il primo passo ». La responsabilità civile? «Non vogliamo mettere sotto schiaffo le toghe». Le intercettazioni? «Nessun limite alle indagini». Si è preoccupato per la “sua” giustizia quando ha sentito del nuovo incontro tra Renzi e Berlusconi? «La nostra linea è rimasta la stessa, chiara dall’inizio. Un accordo alla luce del sole sulle riforme costituzionali e una proposta a tutto il Paese sulla giustizia. I 12 punti sono l’avvio del confronto. I testi on-line sono l’elaborazione collegiale del governo. Ci confronteremo con tutti. Ma non ci sono né tavoli separati, né accordi sotto banco. Se le forze di opposizione, che in alcuni casi …

"Quei sei milioni di debiti che i partiti non vedono", di Luca Ricolfi

C’è maretta, nel Pd e nel Pdl, nella maggioranza e nell’opposizione, nei partiti grandi e nei partiti piccoli. Le acque sono agitate perché le riforme sulle regole del gioco, prima fra tutte la legge elettorale, non possono essere rimandate per l’ennesima volta e un po’ tutti ne approfittano per alzare il prezzo del proprio consenso. Ma il vento che agita il Pd è solo una leggera brezza a confronto del turbine che sconquassa il Pdl. Nel Pdl, infatti, le normali divergenze di opinione sui contenuti delle riforme si intrecciano inestricabilmente con il dibattito sotterraneo sul dopo Berlusconi. Un dibattito che, apparentemente, deve rispondere alla domanda: chi guiderà il centro-destra dopo Berlusconi? Ma in realtà sta già cercando di rispondere a un’altra e ben più importante domanda: che cosa sarà il centro-destra dopo Berlusconi? Questa seconda domanda è la domanda cruciale. Se qualcosa hanno insegnato le elezioni europee è che, per adesso, esiste una sola forza di governo, il Pd. Il punto è dunque se, anche alle prossime elezioni politiche, il centro-destra non si presenterà in …

"La strada stretta di Bruxelles", di Paolo Guerrieri

È cominciato in salita il semestre italiano di presidenza Ue. Dopo le aperture contenute nel documento programmatico (l’Agenda Strategica) approvato nell’ultimo Consiglio europeo, sono arrivate le prime pesanti reazioni negative dei rigoristi ad oltranza, in prima fila tedeschi. Siamo solo agli inizi di un confronto che si preannuncia molto aspro e che interesserà nei prossimi mesi le nuove Istituzioni europee. L’esito, tutt’altro che scontato, sarà decisivo per le sorti della nostra economia e delle sue riforme. Non è certo retorico affermare che un rinnovato modo di interpretare le regole europee, e che sia finalizzato alla crescita, serva oggi non solo all’Italia, ma anche e soprattutto all’Europa. Dopo sei anni di crisi, a una ritrovata stabilità dei mercati finanziari si associano condizioni a dir poco drammatiche della stragrande maggioranza delle economie dell’area euro, con oltre 27 milioni di disoccupati. Ed è opinione diffusa che la fragile ripresa in corso riuscirà a incidere poco o niente su questo stato di grande disagio. A preoccupare di più, a dispetto dell’ottimismo di alcuni, è che nelle condizioni attuali l’area …

"Tregua Roma-Berlino, ma Renzi tiene il punto", di Raffaella Cascioli

Il premier vuole evitare lo scontro con la Merkel, non quello con i suoi ultrà. Altolà alla Bundesbank, tutto bene con Barroso «L’Europa appartiene ai cittadini, non ai banchieri tedeschi o italiani che siano». Nella “normale” dialettica tra cancellerie che ogni cinque anni surriscalda il dibattito sulla composizione dell’esecutivo comunitario, la battuta del premier Matteo Renzi sembrerebbe una dichiarazione di guerra se non fosse accompagnata da frasi come «non c’è alcuna polemica con il governo tedesco in ordine alla stabilità e alla flessibilità» o «il rapporto con la cancelliera Angela Merkel è ottimo». Un distinguo importante. D’altra parte proprio mentre Renzi, in qualità di presidente di turno dell’Unione europea riceve a villa Madama la Commissione uscente, a Berlino il portavoce del governo tedesco conferma che Italia e Germania vogliono un’Europa competitiva e remano nella stessa direzione. In realtà se a Berlino si rifiutano di commentare l’attacco all’Italia lanciato dal presidente della Bundesbank Jens Weidman in quanto indipendente, Renzi respinge le critiche al mittente: «Io non parlo delle Sparkassen o delle Landesbanken». Una stoccata, alla luce …